Mine interne
Fasi afasiche di tenebra fulgida,
in equilibrio il mio cuore langue
tra parole di sangue
con la fronte di sudore madida.
In fondo all’assenzio
mi squarto con la biro
il petto immondo.
Non esce che un demonio,
scarto di inchiostro,
in un mondo che avvolge
il suo crine in un feltro.
*
Ispirazione
Faccio fatica
a lavorare col sole
il cui raggio sormonta
una manica di solerti e voraci
pionieri del fato.
Nell’oblio di un bias,
obnubilo la vita
in una bettola
di donne e di dadi.
Cecco, Ciacco e Cratino
pare mi invitino a decorare
la mia divisa di gradi.
*
Doppelgänger blasé
Non so se Laerte
avesse conserte
le braccia affrante
dall’aria bruna di Itaca.
Capita di attendere
la prole di un ingegno,
che vuole impregnarsi
da un’insolita sorgente
di dubbio ritegno.
Alita invano
la speme diurna,
inerme sogna di essere pregna
ma si desta inumata
nella gola di un’urna,
cinta dall’illusione
di un giorno festivo.
Così anch’io mi credo vivo
da fuggitivo.
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© Stefano Ricchitelli
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Stefano Ricchitelli è nato a Carbonara (Ba) il 2/10/93. Si è diplomato al liceo classico di Molfetta e ora è studente di Lettere Classiche all’Università degli Studi di Bari. Vive attualmente a Bisceglie.