Non mi stravolge se getti tra le fiamme
un occhio o un braccio, ma a patto che
non sia tutto fuoco, che mi tieni
fermo il passo tra le mischie inutili,
le cose fatte male, che congegni
tra i miei muscoli un riscatto
la forza prodigiosa che hanno i corvi
di sollevarsi da un fiume, qui a Lugano.
*
Il tuo fiore lo ruba qualcuno
che io non conosco. Nessuno
stasera, oltre me,
ha sentito il tuo pianto più fosco.
Beh, certo, è una soddisfazione
ma il tuo pianto lo offri alle cose
e le cose non parlano a me.
*
Palermo sporca come il bancone
di ogni suo bar
non passa lo strofinaccio sul cuore
a nessuno, quando se ne va
Palermo porca come la bionda
sul tubo del tram
la vedi: in silenzio sorride
ai demoni, a Pan
Palermo morta come un amore
di bombe o di spam
ma se le apponi una teca la rompe,
la luce che fa.
*
Milano Centrale
Un lamento funebre di rondini
che strepitano annunciano l’esilio. Tu
fa che non si migri più dementi, a stormi:
facci scorgere la pioggia nel mattino.
*
Decidere-recidere sintesi come gigli
salvarne solo alcuni:
la morale dei figli.
…
© Salvatore Azzarello, Le cose che esistono, Campobasso, ‘roundmidnight edizioni, 2017
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Salvatore Azzarello nasce il 23/08/93 a Termini Imerese (PA). Ha studiato Lettere moderne all’ Università degli Studi di Palermo e ora è laureando al Master in Lingua, letteratura e civiltà italiana presso l’Istituto di Studi Italiani dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano. È stato semifinalista dell’edizione 2016 del Premio Rimini e ospite dell’evento “Lettere a un giovane poeta” dell’edizione 2015 di Parco Poesia di Rimini. Alcune sue poesie sono state pubblicate sul sito del festival.Le cose che esistono è la sua raccolta d’esordio.