
Guido De Simone, Come i fuochi di settembre, tre poesie
Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico antico fiume lento.
Sandro Penna, Mi nasconda la notte e il dolce vento, 1939
1
Verrà il giorno che non parleremo
e avrai la pelle fredda come latte;
i tuoi occhi poseranno su se stessi
come un tempo posavano in me
ed io berrò il giorno e la notte
per ricordare il calore che fa la vita:
il tuo volto fiorirà umida la terra,
il tuo cuore creperà come terrecotte.
2
Non entri: dallo stipite parli
a un armadio di nudi indumenti.
Forse vedi qualcosa, ma io,
io non vedo niente: intorno
il mattino è silenzio e luce,
la casa una catena di cornici,
ma da lì la nonna non ti sente.
Esci, esci, esci un poco:
il colore sbiadisce lentamente
e il letto è sempre vuoto.
3
Nei viali deserti, dopo la pioggia,
ti vedrò scendere dalla corriera
e mi dirai com’è abitare un altro:
lasciarlo entrare, se fingi, se tieni
ancora la nostra vecchia gelatiera.
Altro non avrò che vento e silenzio,
che viene sempre quando è sera,
il tuo spazzolino ancora mezzo buono,
e il numero della pizzeria sul frigo,
ché ormai non vado più da Spera.
© Guido De Simone
Guido De Simone nasce a Gallipoli il 12 Dicembre 1988. Si laurea in Lettere moderne a Lecce e successivamente in Storia contemporanea a Firenze; dal 2016 è docente di ruolo di Lettere nei Licei fiorentini. L’opera prima, Traversando Campo di Marte, è in corso di pubblicazione per i tipi di Oedipus. Sue poesie sono apparse in alcune raccolte collettanee, tra cui l’Enciclopedia di poesia contemporanea, vol. 6, a cura della Fondazione Mario Luzi. Collabora attivamente con il PENS (Centro di Poesia e Nuove Scritture) dell’Università del Salento. I testi qui riuniti provengono dalla raccolta Come i fuochi di Settembre, selezionata tra le opere finaliste del premio “Guido Gozzano” 2017.