.
Pred mejo
Zobam
. enovito
. formulo
. dobrobiti
.skozi
. večerne
luči
. jo je
. videti
čutiti
. v
. mrzlem
. zraku
tisoči
. so
umrli
s telesom
. in
brez
. njega
zato
. da
z
. vrha
. Kapele
gledam
. mejo
. ki je ni
nad Novo Gorico, 29.11.2007
Davanti al confine
Pilucco
.un’armoniosa
. formula
. di benessere
attraverso
. la luce
della sera
. lo si
. intravede
lo si sente
. nella
. fredda
. aria
migliaia
. sono
. morti
col corpo
. e
senza
. di esso
così
. che
dalla
. cima
. della Cappella
guardo
. un confine
. che non c’è
a Nova Gorica, 29.11.2007
*
Gledanje čez polja
.Trikrat
se je
. veliki
. črni
. bik
obrnil
preden je
. stopil
. v babilonski
. rov
šival sem
. hlače
in
. gledal
njegove
. poslednje
. korake
. v
. temo
zarjovel
. je
in se
. izgubil
ne vem
. ali je še
možno
. mirno posedati
. v senci
brez občutka
. krivde
Guardare oltre il prato
Per tre volte
si è
. il grande
. toro
. nero
girato
prima di
. entrare
.nel tunnel
di Babilonia
io cucivo
. calzoni
e
. guardavo
i suoi
. ultimi
. passi
. nel
. buio
lanciò
. un urlo
e
. sparì
non so
. se ancora
si può
. sedere tranquilli
. all’ombra
senza un senso
. di colpa
*
Obiskovalka
Ponavljala
. je vedno
. iste
. besede
ko je
. sedla
. k
pregledu
niti
. se
. mi ni
. zdelo
potrebno
. da bi
. jih
povzemal
. na koncu
. je
. s stola
padel prah
morda
. del
. nje
Una visitatrice
Ripeteva
. sempre
.le stesse
. parole
quando
. sedeva
. per
il controllo
non
. mi
. pareva
. poi
necessario
. che io
. le
riprendessi
. alla fine
. dalla
. sedia
cadde della polvere
forse
. parte
di lei
*
Stran iz dnevnika
Danes bi
. lahko bil
navaden 4. december
pa ni
. ker je Umberto Eco
. v Ljubljani
(prejema častni doktorat)
.lahko bi ga
. šel poslušat
pa grem
. raje
. v stolnico
. in niti
. tam
ni miru
.kanonik ki
. obhaja
nosi debel
. prstan z
. ametistom
ko odhajam neizpolnjen
. je
. Ljubljana
. v lučkah
.in vrvežu
nič se
. med sabo
. ne sklada
morda je
. svet izbral
. napačno
. pot
Pagina di diario
Oggi potrebbe
. forse essere
un normale 4 dicembre
ma non lo è
. perché Umberto Eco
. è a Ljubljana
(ritira un dottorato honoris causa)
potrei andarlo
. ad ascoltare
ma preferisco
. andare
. in cattedrale
e pure
. lì
non c’è pace
. il canonico che
.da la comunione
porta un grosso
. anello con
. un’ametista
quando me ne vado incompleto
. Ljubljana
. è
. tra luci
e trambusto
niente si
. intona
. col resto
forse il mondo
. ha scelto
. la via
. sbagliata
…
Fonte: David Bandelj, Odhod [Partenza], Mladika, Ljubljana 2012
© Traduzione a cura di Amalia Stulin
♦
DAVID BANDELJ
Classe 1978, David Bandelj nasce a Gorica-Gorizia, sul lato italiano del confine. Si laurea in Letterature comparate alla Filosofska fakulteta a Ljubljana, porta a termine un dottorato di ricerca e si dedica successivamente all’insegnamento alle scuole medie, lavorando sempre a cavallo di Gorizia e Nova Gorica. Ha lavorato come ricercatore universitario e si è dedicato all’ambito musicale, insegnando pianoforte e dirigendo diversi cori. Collabora come columnist e critico letterario a importanti testate, quali «Novi glas» e «Primorski dnevnik» (quotidiano in lingua slovena di Trieste), più altri periodici.
Inizia a pubblicare nel 2000 e da allora sono apparse quattro raccolte poetiche, l’ultima delle quali, Odhod (Partenza), risale al 2012.
Come sottolinea il commento di Meta Kušar in coda a questa raccolta, il linguaggio di Bandelj si allontana da quell’ermetismo diffuso nella poesia di sperimentazione slovena. Al contrario, egli sceglie una lingua semplice, fluida a tal punto da abbandonare la punteggiatura, ma opta per una comunicazione più strutturata sul piano visivo. Le liriche sono graficamente sgranate, come a rimandare ai grani di un rosario, elemento che ben rappresenta il contesto profondamente cristiano in cui il poeta nasce, viene educato e tutt’ora vive. Un altro importante aspetto della poesia di Bandelj, riflesso inevitabile dell’ambiente socio-culturale in cui è nato, è quello della riflessione sul confine, sugli sconfinamenti, le “partenze” appunto. Il poeta sa che sebbene i confini della politica non esistano, le partenze, siano esse fisiche o “spirituali”, sono necessarie perché portano a un movimento continuo, a quella dinamicità che è l’unica condizione per essere davvero vivi.
© Amalia Stulin


Una replica a “Ostri ritmi #11: David Bandelj”
[…] una poesia che vira più spesso verso la prosa. Così accade − in parte − con Milan Jesih, con David Bandelj e Zvezdana Mahejn. Viene da chiedersi, ora, se questa rubrica non possa in futuro creare un ponte […]
"Mi piace""Mi piace"