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Una frase lunga un libro #88: Giuliano Gallini, Il confine di Giulia

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Una frase lunga un libro #88: Giuliano Gallini, Il confine di Giulia, Nutrimenti, 2017; € 15,00, ebook € 7,99

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È il rancore di un credente, mi scusi. Sono uscito da due chiese, lei non può capire, lei è entrata nella casa di Dio solo per buona educazione quando era bambina e ne è uscita subito subito, è diventata atea, se ho inteso. Agnostica, lo corresse Giulia, non sono atea, sono agnostica, neutrale, siamo in Svizzera. Va bene, agnostica, neutrale, ma insomma, chiuse Silone con insofferenza, non ha mai dovuto tradire, e non è mai stata tradita.

Ignazio Silone e Giulia Bassani si sono appena conosciuti, a Zurigo, l’anno è il 1931, è gennaio, fa molto freddo. Siamo nella Zurigo degli esiliati, dei borghesi rifugiati in alberghi di lusso, di uomini e donne in fuga con documenti falsi dal fascismo italiano o dalla Germania. Ignazio Silone e i suoi mille nomi e cognomi, i passaporti falsi che conserva insieme ai libri e alle lettere. Silone il traditore o il tradito. In fuga dai fascisti, distante ormai dai comunisti. Incompreso, a suo avviso, da Longo e da Togliatti che lo accusano di doppiogiochismo. Silone povero in canna che vive in una soffitta fredda, Silone senza cappotto, Silone malato e depresso, Silone che ha già scritto ma non ancora pubblicato Fontamara, libro su cui apparentemente punta tutto, il suo riscatto, la fine di ogni problema. Silone non più comunista, ma credente, ma comunque ancora alla ricerca di una verità, di una giustizia, un uomo in preda ai dubbi e alle domande. Silone che va in cura da Jung.

Giulia Bassani, milanese, poeta, animo sensibile, donna di intelligenza straordinaria. Laureata in lettere a Milano e poi studiosa a Berlino, e lì è amante di un ragazzo poi fatto sparire dai nazisti, ed è lì che resta incinta. Giulia Bassani indifferente (apparentemente) a tutto ciò che accade, Giulia che riempie taccuini, Giulia che incanta tutti compresa una ragazzina che vive nel suo stesso Hotel. Ragazzina che diventerà la nostra narratrice. Giulia colta, Giulia senza problemi economici, Giulia e i suoi abiti, il suo portamento. Giulia e la sua bellezza. Eppure, Giulia e il suo dolore, il suo tormento che tutto le fa tenere a distanza, che ogni cosa le fa accettare come se accadesse ad altri. Giulia Bassani a Zurigo, nel gennaio del 1931, anche lei in cura da Jung. Jung che vuole essere sempre pagato, che non ama perdere tempo.

Giulia Bassani su una panchina attende l’orario di visita da Jung, ha cura di arrivare qualche minuto prima perché è incuriosita dall’uomo che finisce la visita prima della sua, ne è affascinata. L’uomo è Ignazio Silone, reduce da Davos e dalle sue cure. Le pene di Silone, il fratello in carcere in Italia, accusato di qualcosa che non ha commesso (l’attentato alla Fiera di Milano) per arrivare a Ignazio, per farlo collaborare, per farlo tradire. Silone tradisce e ritradisce, e in fondo va patta, e infatti non piace più ai comunisti, non convince i fascisti e si ritrova solo e fuori dal partito, col fratello sempre in carcere. Silone che è diventato credente. Ed è quest’uomo che si innamorerà di Giulia e ne sarà ricambiato, anche se questo amore consumato in esilio è la somma di altre mancanze e delusioni, e non può essere amore vero, ma affetto sì, passione anche, riconoscimento delle ambizioni e del talento dell’altro sì.

Giuliano Gallini con Il confine di Giulia confeziona un piccolo gioiello, un romanzo che si muove sul sottile filo che sta tra l’invenzione e la ricostruzione storica, raggiunge questo scopo inserendo nel romanzo la figura della narratrice. La scrittrice entra tra un capitolo e l’altro e spiega le ragioni, racconta le ricerche, la curiosità verso vite e anni così interessanti. Gallini racconta quegli anni tra le due guerre, in luoghi come la Svizzera in cui molti si rifugiavano, e in quelle feste di lusso, in quelle torte al cioccolato, nelle tazze di tè ci mostra la decadenza di quei giorni; cosa meglio di una tregua apparente, di un mondo tenuto a distanza può mostrarne lo sfacelo che arriverà? Cosa meglio di una breve storia d’amore tra due anime tormentate? Tra due solitudini? Il giudizio storico su Silone è sospeso, la nota di Gallini in coda al libro spiega bene le ragioni del romanzo e include una bibliografia ragionata alla quale accedere per leggere o rileggere il dibattito tra studiosi sulla figura di Silone. Traditore o tradito? Per me fu entrambe le cose, e non lo fu per debolezza. Ma poi Silone fu soprattutto lo scrittore, un uomo concentrato già da allora sulla sua opera al punto di far finta di comprendere le poesie di Giulia. Zurigo e poi Venezia, con una scena meravigliosa di Giulia Bassani al Lido, come in un’immagine che sbiadisce e scolora, come succede anche adesso al Lido in quei giorni in cui la luce cala presto sul finire di ottobre.

Gli ho levato le mani dalla faccia, l’ho baciato sulle guance, sulla bocca. Ora, ho pensato, non lo aiuterà più né il fascismo né il partito. Non ha più niente: ha solo Fontamara. Rincuorato dalle mie carezze ha concluso, alla sua maniera ironica e raffinata, che non sarebbe più tornato da Jung. L’inconscio era troppo lento e lui non aveva tempo; e poi era inutile confrontarsi con qualcosa che non si lasciava condizionare dalla ragione.

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© Gianni Montieri

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