Capitolo 8
Dal mese di febbraio, dopo la serata al cineforum, quando ero andato a mangiare la pizza con Vito Scilabra e i suoi compagni di partito, ogni tanto frequentavo la sezione del PCI. Proprio quella sera c’era una riunione, l’ultima prima della pausa estiva, per organizzare la festa dell’Unità. Vito, grazie a me, sperava di coinvolgere un po’ di giovani, ma io ero la persona meno adatta a convincere i miei coetanei a diventare comunisti o a frequentare la sezione. Anche se avevo detto a Lucio che i giovani eravamo tutti comunisti, sapevo che non era vero, nessun giovane oltre a me metteva mai piede lì dentro, neppure per guardare la televisione.
Alle nove e un quarto, nonostante l’appuntamento fosse per le nove, ancora non era arrivato nessuno, tranne Adriano Cacciabaudo, proprietario di un piccolo agrumeto e vice segretario della sezione. Adriano e Vito erano gli unici consiglieri comunali dell’opposizione.
Vito stava sempre con la sigaretta in bocca, accesa o spenta non importava, e a forza di sigarette i denti gli erano diventati neri, mentre l’indice e il medio della mano destra erano ricoperti da uno strato giallo di nicotina. Quando parlava, si faticava a capire il senso delle parole, perché, nel tentativo di uscire dalla bocca, sbattevano contro la sigaretta, facendo il rumore di un legno che gratta. Era questa la ragione per cui da quindici anni il PCI al mio paese stava all’opposizione, per una difficoltà di comunicazione?
Dopo le prime volte che mi aveva visto entrare nella sezione del PCI, mio zio Peppino era venuto a minacciarmi, vedi di non metterci più piede, mi aveva urlato. Perché?, gli avevo domandato. Ma non lo vedi che ci vanno solo i vecchi e i contadini del paese, era stata la sua spiegazione. Avevo replicato che non c’era nulla di male a essere vecchi e contadini, sempre meglio che essere mafiosi e prepotenti. Ed era quello che avrei dovuto dire anche a Lucio quel pomeriggio al mare. Che poi non era vero che c’erano solo contadini, c’erano anche muratori, un paio di disoccupati, due operai del comune. Vito, inoltre, insegnava matematica alla scuola media. Su una cosa mio zio però aveva ragione: ero l’unico ragazzo del paese che frequentava la sezione del PCI. I giovani e il PCI erano due mondi lontanissimi. (altro…)