Issne (Andarsene) di Nadia Mogini. Recensione in forma di sonetto caudato non rimato
Come libro d’amore fatalmente
moncato dalla vita, Issne di Nadia
Mogini, è delicato femminile
valzer di una poesia che lenta irradia
la sensibilità di noi lettori
affranti dai rampanti poeti d’oggi.
Nadia ha esordito alla soglia dei… ‒ no,
non si dice, di lei e dei versi dolci
e dolorosi come schegge, tazze
infrante di cui leggere i bei cocci.
Non esordio, ma sboccio di corolla
fattasi verso di vento e di vetro
e di correlativi soggettivi
di nido candidato all’improvviso
……………….vuoto. Un male così
gridato ‒ sottovoce urlato ‒ viene
solo dal vero bene. Ed è orlo al pianto
………………..‒ inconcludente sbaglio ‒
solo l’orlo albo e mugugno e dialetto
come specchio ma caldo, come replica
………………..all’impotenza, al lento
stillicidio di fragole, davanti
alla morte. E così anche la mancanza
………………..nient’altro che dal tatto
viene determinata. Ma poi frana
in gelo di bellezza, in “nonsoché”.
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© Paolo Steffan
Nadia Mogini, Issne (Andarsene), Roma, Edizioni Cofine, 2016 (Vincitore del premio “Città d’Ischitella – Pietro Giannone” 2016).