
Andiamo a fare gli auguri, andiamo. La gente è tutta al bar, passa a salutare. Oh, è Natale, non fare la merda. La gente è tutta lì. Siamo già al terzo negroni, dove cazzo eravate? A farvi le seghe? Dai, pigliatevi da bere che dobbiamo fare il brindisi. Buon Natale. Auguri. Viva la figa. Ah, ah, ah! Ma vi siete già mangiati tutto? E che cazzo ti aspettavi a presentarti alle otto meno un quarto? Vai da tua madre a mangiare.
Usciamo a fumare una paglia. Portatelo dietro il bicchiere se no te lo asciugano. Chi me lo asciuga? Parla piano, oh! Cazzo fai, dai del mortaccione a qualcuno? Ma se sei tu che l’hai detto. Cazzo vuol dire? Va che l’altra sera si son menati. Chi? La gente qua, si sono menati. Perché? Per un cocktail, ecco per che cosa, ma mi ascolti? Va beh, sta paglia? Cosa? Me la offri? Figa sei un debito, cazzo. Chiedila a Italo.
Oh Italo, ciao! Tanti auguroni zio! Cazzo fate qua fuori, non vi fanno più entrare? Fanno bene porco diaz! Ma va fumiamo una paglia, siamo usciti col bicchiere. Ah adesso danno da bere anche ai minorenni? Dai zio mollaci! Non hai una paglia per lo zio? Per lo zio? Questo qua non è mio zio! Dai Italo!! Vabbeh non piangete diocristo. Entro a prendermi da bere e poi una paglia ce la fumiamo tutti assieme.
Ci sta troppo dentro lo zio! Smettila di chiamarlo zio, lo vuoi fare incazzare? Italo è un capo. C’era anche lui l’altra sera? Quando? Quando si son menati. E che cazzo ne so, io ero a calcetto. Sei un chiacchierone del cazzo. Allora, sfigati, sta paglia? Ah, ve la devo offrire io? Avevo capito che la offrivate voi a me. Anzi perché non fate su una bomba? Eh, ma fra mezzora vado a cena da mia madre non posso arrivare tutto fatto. Non t’avesse mai visto.
E tu Italo cosa fai stasera? Cenone? Che ore sono? Mah saranno le otto. Allora adesso mi bevo due o tre negroni, tanto qua la gente si ferma ancora. Poi verso le dieci vado. Dove vai Italo, a cena? Ma che a cena, vado dalla rumena. È la tua tipa? Ma vaffanculo. È una troia? A troie ci va tuo padre. Italo non paga hai capito? Questa qua c’ha il marito. E dove te la chiavi? Me la chiavo in salotto, per terra. E il marito? Sta lì e guarda.
No figa ma con chi vai? Da solo. Solo tu? Sì e allora? Se vado da solo il marito mi paga pure. Porta anche noi! Dai ce la chiaviamo in tre. Portare a voi? Sì Italo dai, portaci. Ma tu non devi andare a cena dalla mamma? E allora vai a cena dalla mamma e non rompere la minchia. E tu? Il rosso me l’ha detto che l’altra volta che ti ha portato non ti tirava neanche. Cazzo ti porto? A farmi fare figure di merda? Ma quella volta eravamo in quattro. E questa in tre, dimmi cosa cazzo cambia?
Io entro che ho freddo. Minchia pensa andare? Ma poi come funziona? Che uno glielo mette in bocca e uno da dietro, agli altri due gli fa una sega. Poi si gira. Ma il marito sta lì seduto? Sì, magari si tira una sega anche lui. Ma la tipa è troia però. Sì però nel culo non vuole. Poi va che son gentili, ti fanno anche il caffè quando arrivi. Ma davvero a te non ti ha tirato quando sei andato? Ma che cazzo dici? Sono minchiate del rosso perché ce l’ho più grosso di lui.
Oh cazzo fate ancora fuori? Niente parlavamo. Fra un po’ vi fidanzate cazzo. Perché avete i bicchieri? Ma così! Non vogliamo botte prima di Natale. Ma che botte? Che cazzo dite? La rissa dell’altra sera. Cosa c’entra la rissa dell’altra sera? Non si sono menati? Sì ma tu c’eri? No. E tu? No. E allora cazzo parlate a fare. L’altra sera è stata colpa della tipa di Italo. Ha sbagliato a venire qua. Italo ha la tipa? Sì pure incazzata ce l’ha. È venuta qua a cercarlo.
Sì ma fuori. Urlava. Non ti fai mai vedere, roba così. Non mi chiavi mai. Allora Italo s’è incazzato anche lui. Ma che cazzo dici, le fa, se t’ho scopata ieri sera. Sì, tre colpi, dice lei. Tre colpi al massimo, fa a tutti. Pazza. Fuori. Fa tre con le dita e si gira verso tutti. Tre colpi, dice, tre colpi al massimo. Minchia, Italo era verde e stingeva i pugni. E lei continuava con ste dita. Tre. Tre. Tre. Alla fine uno s’è messo a ridere. Poi hanno iniziato a menarsi.
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© Paolo Triulzi
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