di Tom Bresemann
arbeiten und wohnen im denkmal
Wiesbaden 2014
trad. di Anna Maria Curci e Luciano Mazziotta
lavorare e abitare nel monumento

Mir nach, spricht Jesus Christus, unser Held
Es gibt ziemlich viele menschen auf der erde
ziemlich viele menschen auch unter der erde
Ludovic Bablon
ich las die gute nachricht in häutigem
deutsch, in den stuben in die licht einfällt
wie in feindesland, still, wir waren
damals jung, umkränzt mit rosen
unsere scheitel, las ich,
das ist verdolmetscht: eine tiefe innigkeit
für die welt ist in uns.
wie in einem erhabenen menschen.
ich las die räude von den herrgottswinkeln
(mönchundnonnendeckung) und die kadaver
der ortskerne. jedes der gliedmaßen.
mark vom einzig wahren leichnam, gibt die birke
licht der welt, leitet die leute zur feierlichen
waschung, parteitag für parteitag, las ich,
knochenkarl, allein die sinne sind der quell.
wer will uns damit locken.
weiterhin sind viele hier von jesus finanziert,
der herr gibt täglich brot den bösen menschen
in großer furcht davor und zag, ich las:
bewahren sie ruhe beim verlassen dieses jahrhunderts!
die menschen verstehen viel besser
was wir wollen: die gewohnheit der einsamen
ausschweifung hat seit langem ihre organe
welken lassen. genosse,
es bewohnen dich jahrzehnte, geh, wirf ein kalb
und nahrung dieses leibs und lebens reichlich,
stahlhelm, strumpfband, schau die stillgelegten
schlachtanlagen, las ich, einsatzgrüppler, flintenweib,
du blödes vieh, was glotzt du so? das wort am ohr
ist gut, der bolzen fest in händen
des werktätigen, nun lass den
beschneiten mantel dir outsourcen
ich las von der landflucht aus kübeln, von lochkarten.
wie der eisenbahner transportiert, so rechnet
der statistiker. was glaubst du, wie so ist
(wie dürstete sie) die welt durch der lieder
gewalt, dass du genauso gut glauben magst,
dass die das evangelium verkünden,
sollen sich vom evangelium ernähren,
sollen sich nicht wundern.
ich las, nichts schöneres als einem helden angehören,
bereinigt von sich selbst und tiefer
steht der dunst der erde. wir haben erfahren, was
die erde ist. jetzt lieben wir sie mit einer neuen liebe,
jetzt sammeln wir die kräfte der seele las ich,
jetzt ist verstummt der sprechende
quell, es schweigt das murmelnde wasser,
dessen fabrik gott allein kennt.
.
Seguimi, parla Gesù Cristo, il nostro eroe
c’è un numero piuttosto alto di persone sulla terra
d’altra parte c’è un numero piuttosto alto di persone anche sotto terra
Ludovic Bablon
ho letto la buona novella in tedesco
epidermico, nelle stanze in cui fa irruzione la luce
come in terra nemica, in silenzio, eravamo
giovani allora, cinti di rose
i nostri capi, ho letto,
il che vuol dire: un profondo affetto
per il mondo l’abbiamo
come ce l’ha una persona sublime.
ho letto la rogna delle pareti di casa adornate a sacrario
(copertura sistema frati e suore) e i cadaveri
dei centri storici. ognuno degli arti.
nucleo dell’unica vera salma, la betulla dà
luce al mondo, conduce la gente alla solenne
abluzione, congresso dopo congresso, ho letto,
knochen karl, che solo i sensi sono la fonte.
chi vuole blandirci con questo.
inoltre qui in molti sono finanziati da gesù,
il signore dà il pane quotidiano ai malvagi
in grande timore e tremore, ho letto:
mantenete la calma all’uscita da questo secolo!
le persone capiscono molto meglio
ciò che vogliamo: l’abitudine al vizio
solitario ha da tempo lasciato avvizzire
i loro organi, compagno,
ti abitano decenni, su, porta un vitello
e cibo in abbondanza di questo corpo e di questa vita
elmetto, giarrettiera, guarda gli impianti di macellazione
in disuso, ho letto, membri del commando, virago in armi,
tu stupida bestia, cosa ti spalanchi gli occhi così? il verbo all’orecchio è
cosa buona, il bullone è saldo nelle mani
degli occupati, ora lascia che
il mantello innevato ti esternalizzi.
ho letto dell’esodo da pattumiere, di schede forate,
come il ferroviere trasporta, così lo statistico
calcola. che ti credi di com’è
(com’è assetato) il mondo a forza di canti,
che tu preferisci credere proprio per bene,
che quelli che annunciano il vangelo,
si nutrano pure del vangelo,
che non si meraviglino.
ho letto, niente di più bello che aderire a un eroe,
si acquieta da sé la foschia della terra e più a fondo
sta. abbiamo saputo cos’è
la terra, ora la amiamo di nuovo amore,
ora, ho letto, concentriamo le forze dell’anima,
ora è messa a tacere la fonte che parla,
tace l’acqua che mormora,
ché la sua fabbrica solo dio la conosce.
–
in tante ilses zimmer
1
wo das dorf der onanisten
träumt sich reinheit, zierde
und zufriedenheit,
das glück zu den linnen,
den schlüpfrigen
stellen der schrift
2
wer war zuletzt
in tante ilses zimmer?
die zornigen zeichen.
das ist verdolmetscht,
die im haus sind
leuchten nachts zum fenster raus,
in tante ilses zimmer mit dem groben
tuch im maul,
und ärgert dich dein rechtes aug,
so reiß es aus und wirfs
in tante ilses zimmer.
3
wo das schweineleder hängt,
in tante ilses zimmer,
stehn die fettkartuschen
schmiere in der dunkelheit.
du liebes herzblatt immertreu,
sie sagen tante ilse
ist schon lange tot,
das schwein.
–
nella camera di zia ilse
1
dove il villaggio degli onanisti
si sogna purezza, vezzo
e appagamento,
la felicità per i brani scurrili,
rilegati in
tela della scrittura.
2
chi è stato per ultimo
nella camera di zia ilse?
i segni rabbiosi.
il che vuol dire,
quelli che sono nella casa
brillano dalla finestra di notte
nella camera di zia ilse con il goffo
straccio in bocca,
e se l’occhio destro ti dà scandalo,
cavatelo e gettalo
nella camera di zia ilse.
3
dove pende la pelle di porco,
nella camera di zia ilse,
ci sono le cartucce di grasso
lubrifica al buio.
tu tesoro caro sempre fedele
dicono che zia ilse
sia morta già da tempo,
quell’essere immondo.
–
FDJ nach sonnenuntergang
was weißt du schon vom wagen
hinterm dritten koppelgarten?
wo sie früher noch in ihren daunen-
jacken mit den langen flinten saßen,
dass der waldrand aus der deckung
kommt.
———-wo vorn nicht schön und
hinten drein geredet wird,
treibt vater ins linoleum den spieß,
ins weiße fleisch der mutter-
milch.
——-man nimmt was kommt,
geduld, ein jedes schwein zu seiner stunde.
——-da hinterm koppelgarten
langt ein fingerzeig dem einsamsten
der schweren hunde … ge,
der wagen geht dich gar nichts an.
–
Libera Gioventù Tedesca dopo il tramonto
che ne sai tu del carro
dietro il terzo giardino recintato?
dove un tempo, ancora nei loro piu-
mini, sedevano con i lunghi fucili,
ché il margine del bosco esca fuori
dal riparo.
———–dove davanti nulla di buono si dice
e dietro si mette bocca su tutto,
papà rigira lo spiedo nel linoleum,
nella carne bianca del materno-
latte.
———–si prende quello che viene,
pazienza, ogni singolo porco alla sua ora,
———–lì dietro il giardino recintato
basta un cenno col dito al più solitario
dei cani in carne…via,
il carro non ti riguarda affatto.
–
zur grünen linde
die grüne linde steht nun schon
seit achtzehnhundertachtundachtzig.
(klar, was du jetzt wieder denkst)
in der grünen linde, wo sie nachts,
das geld in schürzen bergen, sagt man,
ging auch deine tante ilse aus und ein.
in der grünen linde findet man es schön,
dass du geboren bist. man hätte dich sonst sehr
vermisst. (was glotztn gleich so zickezacke?)
in die grüne linde geht hier keiner.
wegen der paar hanseln läuft doch
keiner in der grünen linde.
–
al tiglio verde
il tiglio verde è ancora lì
dal milleottocentottantotto.
(so bene, che cosa stai pensando adesso)
nel tiglio verde, dove di notte
nascondevano il denaro in grembiuli, si dice
facesse entra ed esci anche tua zia ilse
nel tiglio verde si crede una gran cosa
che tu sia nato. altrimenti saresti, davvero, tanto
mancato. (che avete da lanciare da subito sguardi a zigzag?)
nel tiglio verde qui ci va nessuno.
per un pugno di idioti non bazzica proprio
nessuno nel tiglio verde.
–
leitmotiv
das nennst du weltkrieg?
hier ist alles in ordnung.
(szenarien, die bei aller gegenseitigen
wertschätzung
unverhandelbar bleiben.)
sollen sie sich doch umbringen.
immerhin ist das ihr menschenrecht.
(wenn wir denen aufklärung bringen wollen
ist kunst eben einfach nicht das richtige mittel.)
die insel von der sicheren seite aus betrachten
das hier ist europa. es ist gut dabei zu sein.
–
leitmotiv
e questa la chiami guerra mondiale?
Qui è tutto a posto.
(scenari, che malgrado ogni reciproca
considerazione
restano non negoziabili)
che si ammazzino pure.
fa comunque parte dei loro diritti umani.
(se vogliamo portar loro la luce della ragione
l’arte non è proprio lo strumento adatto.)
contemplare l’isola stando sul lato sicuro
questa qui è l’europa. è bello esserci.
–
Tom Bresemann è nato nel 1978 a Berlino, dove tuttora vive e opera. Sin dal 2004 ha collaborato con riviste e antologie, quali: “randnummer”, “poet”, “Lyrik von Jetzt 2”. Ha pubblicato tre libri di poesie: Makellos (2008), Berliner Fenster (2011) e, da ultimo, arbeiten und wohnen im denkmal (2014).
