– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Pubblicato il 15 agosto 2013 da redazionepoetarum
Ogni città ha la sua luce, i suoi riflessi, la sua illuminazione, i suoi lampioni. Ci sono città la cui composizione della luce rimane nella retina, come quei sogni colorati che ci restano addosso fino a mattino inoltrato, una luce palpabile, annusabile. E ci sono pietre che calpesti dopo anni, strade di cui conservi un ricordo nitido riposto in qualche sottoscala della memoria, il resto è quella città unica che nella tua visionarietà vai costruendo con pezzi di città attraversate tra desideri e piaceri. Ho calpestato queste vie esattamente dieci anni fa, il sottoscala della memoria era impolverato e pieno di altre pietre altre vie altre città altre luci. Ma la luce della città vecchia di Belém è quasi unica: è quella riflessa dal fiume mescolata a quella più in là riflessa dall’Atlantico, una luce di nuvole grandi che corrono. Anche Lisbona ha una luce così incantata tra fiume e mare, e la parte vecchia di Belém la ricorda in alcuni scorci: case basse rivestite di azulejos, uno stile inconfondibile qui massacrato dal commercio al dettaglio, musica dagli altoparlanti agli incroci, baracche sparse, palazzoni come meteore incastonati tra piastrelle e chiesette. Aspetto la domenica quando tutti i negozi si tacciono, mentre solco strade dissestate ed evito cavi pendenti, indosso la sua luce e sogno il passato recente di questo luogo. Perché la luce è prêt-à-porter, basta prenderla dall’armadio delle città.
Testo e foto di Anna Toscano
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Categoria: fotografia, prosa, RubricheTag: anna toscano, Belém, fotografia, my camera journal, rubriche, viaggi
Il presente blog collettivo non è da ritenersi testata giornalistica, fondando la sua attività solo sulla libertà d’espressione creativa, che da sempre ha animato il progredire del pensiero universale.
Mi affascina l’idea dell’armadio della luce di ogni città. Se è vero che ogni città ha una luce propria, è altrettanto vero che occorre avere occhi per percepirne la singolarità, dunque la chiave d’accesso all’armadio della luce. Grazie!
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grazie Anna Maria, una volta scrivevo di un cuore (il mio) in una scatola da scarpe in un armadio a muro in una casa sfitta in una città di periferia, oggi ci trovo nell’armadio la luce di ogni città da indossare. chissà cosa ci vedrò nel futuro! Anna
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