– Nie wieder Zensur in der Kunst –
Reiner Kunze, un giorno su questa terra
Reiner Kunze è nato il 16 agosto 1933. Oggi, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, propongo la lettura di alcune sue poesie tratte dalla raccolta ein tag auf dieser erde, “un giorno su questa terra”, pubblicata nel 1998 dalla casa editrice Fischer. (a.m.c.)
dalla sezione: spaziergang zu allen jahreszeiten (passeggiata in tutte le stagioni)
IN ERLAU, WORTFÜHLIG
Wir schlafen, die wange am fluß,
an der unbeirrbarkeit des wassers
Doch immer öfter liegen wir wach
um halt zu finden an der stille
Abseits der wörter
von den wühltischen der sprache
Vor dem haus, in der astgabel der eibe,
brütet die amsel unhörbar gesang aus,
und die glocke von Pyrawang jenseits des stroms
bucht ab von der zeit
(p. 9)
A ERLAU, CON I SENSI DESTATI ALLA PAROLA
Dormiamo, con la guancia al fiume,
all’incrollabilità dell’acqua
Eppure sempre più spesso vegliamo, stesi,
per trovare appiglio nel silenzio
Lontano dalle parole
dei banchi di merce in svendita della lingua
Davanti alla casa, nella forcella del tasso,
il merlo, impercettibile, cova canto,
e la campana di Pyrawang al di là del corso d’acqua
addebita sul conto del tempo
(traduzione di Anna Maria Curci)
dalla sezione: kreuz des südens (croce del sud)
KIRSCHBAUM IN KIOTO
Von menschenhand
zweig für zweig
eingeflochten in den himmel
Die götter wandeln
auf blüten
(p. 48)
CILIEGIO A KIOTO
Creato dalla mano dell’uomo
ramo per ramo
intrecciato verso il cielo
Gli dei vanno a spasso
su fiori
(traduzione di Anna Maria Curci)
dalla sezione: die mauer (il muro)
DEMONSTRANTEN
In der faust
eine kerze
Für den sturz!
Bedacht,
daß aufs Straßenpfaster
kein wachs tropft
Niemand
soll stürzen
(p. 59)
MANIFESTANTI
Nel pugno
una candela
Per la caduta!
Attenzione,
che sul selciato
non goccioli la cera
Nessuno
deve cadere
(traduzione di Anna Maria Curci)
dalla sezione: komm mit dem Cello (vieni col violoncello)
MÜNZE IN ALLEN SPRACHEN
Wort ist währung
Je wahrer,
desto härter
(p. 83)
MONETA IN TUTTE LE LINGUE
La parola è valuta
Quanto più vera,
tanto più forte
(traduzione di Anna Maria Curci)
dalla sezione: ein tag auf dieser erde (un giorno su questa terra)
I
Früh, vor dem offenen fenster,
läutet der rehbock, das seil im maul,
den apfelbaum
Du störst den fledermausschlaf
der watestiefel, die an der wand
schaftüber hängen,
und schulterst den fischkorb
Die rute, das wünschelholz,
schlägt aus
nach dem bach
In den wiesensenken steht
ein äschenschwarm von nebeln, die hohen
rückenfahnen wehn
Die mannshohe nessel
brennt dir ein, daß du lebst
(p. 95)
I
Presto, la mattina, davanti alla finestra aperta,
il capriolo suona, con la fune in bocca, il campanello
dell’albero di mele
Tu disturbi il sonno da pipistrello
degli stivali da pescatore, appesi alla parete
per i gambali,
e metti in spalla la cesta per il pesce
la bacchetta, il legno del rabdomante,
devia
verso il ruscello
Negli avvallamenti dei prati sta
un banco di temoli di nebbie, le alte
bandiere dorsali sventolano
Ad altezza d’uomo l’ortica
ti imprime a fuoco che tu vivi
(traduzione di Anna Maria Curci)
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Reiner Kunze, «nato a Oelsnitz in Sassonia nel 1933 da famiglia operaia, era già in dissenso con il regime dal 1959, quando per motivi politici era stato costretto ad abbandonare la carriera accademica. La trasmissione alla radio di alcune poesie d’amore scritte da Kunze aveva costituito il pretesto per organizzare una campagna diffamatoria contro l’autore, all’epoca giovane assistente all’Università di Lipsia. Kunze fu accusato di attività controrivoluzionaria e di tradimento della patria socialista e sottoposto a un vero e proprio linciaggio: in un’assemblea, uno studente che si era sempre mostrato devoto verso il maestro, aggredì Kunze con gli sputi; durante il discorso in propria difesa, Kunze perse i sensi e restò malato per mesi; studenti e assistenti che avevano simpatizzato con lui furono sottoposti a rappresaglie. Secondo le parole dell’autore stesso, il 1959 costituì per la sua biografia ‘l’ora zero’: in quell’anno egli sperimentò in prima persona l’irredimibile violenza ideologica del nuovo regime e, al contempo, grazie a un felice evento inaspettato, entrò in una nuova fase della propria esistenza. Grazie a quella fatale trasmissione radiofonica, Kunze ha infatti modo di conoscere la propria moglie, la dentista ceca Elisabeth Littnerová: l’autore soggiorna tra il 1961 e il 1962 in Cecoslovacchia, dove frequenta il vivace ambiente letterario locale, inizia a tradurre poeti cechi contemporanei (Jan Skácel, Vladimír Holan, Antonin Brousek) e ha modo di risollevarsi dalla grave crisi che aveva vissuto dopo l’allontanamento dall’Università di Lipsia. «Il mio debito verso la Cecoslovacchia è quasi incalcolabile. All’epoca significò per me una sorta di risurrezione umana», ebbe a confessare più tardi l’autore in un’intervista. È comprensibile, pertanto, che Kunze abbia vissuto la repressione della Primavera di Praga con particolare intensità emotiva e intellettuale: Kunze, che dal 1962 risiedeva con la famiglia a Greiz, in Turingia, esce in segno di protesta dalla SED dopo l’ingresso delle truppe del patto di Varsavia a Praga il 21 agosto 1968. Da quel momento le sue poesie scompaiono dalle antologie, gli incarichi di traduzione dal ceco vengono revocati e il suo nome è completamente ignorato». (da: Paola Quadrelli, «Il partito è il nostro sole» La scuola socialista nella letteratura della DDR. Aracne, Roma 2011, pp. 139-140)
A tratti quasi un haiku, questa poesia sollecita interesse ed il poeta curiosità di conoscere.
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Tutta la scrittura di Kunze merita di essere conosciuta, dalle liriche di Brief mit blauem Siegel del 1973 – qui un esempio – fino ad oggi, passando naturalmente per la prosa del volume Gli anni meravigliosi.
Grazie, Vincenzo, per la tua lettura.
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esistono traduzioni rintracciabili in commercio oppure devo attendere che tu poni rimedio a questa mancanza? Sembra che la forza della semplicità imbracci tutte le sue gole per farne una sola potente voce.
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Grazie, Ferni, per la tua domanda, che rinnova il mio desiderio di vedere prima o poi le poesie di Reiner Kunze accessibili ai lettori in Italia. Le traduzioni esistenti in italiano sono visibili qui. Si tratta solo di due titoli, come vedi, uno dei quali, Gli anni meravigliosi, è una raccolta di prose (non esagero scrivendo che sono una parte fondamentale della storia della letteratura degli anni Settanta) di difficile reperimento. Continuo a sfogliare le pagine di ein tag auf dieser erde, mi addentro nella lettura e trovo una voce limpida e potente (concordo pienamente con quello che scrivi) come poche altre. Spero che la tua attesa (e la mia proposta, che c’è) trovino accoglienza. «Chissà che qualcuno, complice la poesia….»
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Allora si dovrà soffiare in questa direzione e che sia sentito chiaro questo vento che porta ad un magnifico viaggio. Grazie per questa proposta che sento davvero in maniera profonda.
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