Proponiamo questa scelta di testi in traduzione da L’iris selvatico (Giano 2003) di Louise Glück, autrice statunitense di grande rilievo che in Italia non ha ricevuto abbastanza attenzioni. L’iris selvatico, che ha vinto il premio Pulitzer per la poesia nel 1993, è un ciclo di liriche che si affratella alla grande tradizione metafisica inglese, intonando ogni poesia su un modello quasi liturgico. Per molti aspetti Louise Glück appare la diretta prosecutrice di Emily Dickinson, per la compostezza delle immagini, l’intimità del testo e la limpidezza della parola. Quello che Glück riesce a fare è conferire al momento della lettura un senso sacro, elegiaco, tra l’uomo e il cielo. Insomma, un incanto. La traduzione di Massimo Bacigalupo rende onore alla chiaroveggenza pulita, nitida della poetessa. (La redazione)
MATTUTINO
Padre irraggiungibile, quando all’inizio fummo
esiliati dal cielo, creasti
una replica, un luogo in un certo senso
diverso dal cielo, essendo
pensato per dare una lezione: altrimenti
uguale… la bellezza da entrambe le parti, bellezza
senza alternativa… Solo che
non sapevamo quale fosse la lezione. Lasciati soli,
ci esaurimmo a vicenda. Seguirono
anni di oscurità; facemmo a turno
a lavorare il giardino, le prime lacrime
ci riempivano gli occhi quando la terra
si appannò di petali, qui
rosso scuro, là color carne…
Non pensavamo mai a te
che stavamo imparando a venerare.
Sapevamo solo che non era natura umana amare
solo ciò che restituisce amore.
APRILE
Nessuna disperazione è come la mia disperazione…
Non avete luogo in questo giardino
di pensare cose simili, producendo
i fastidiosi segni esterni; l’uomo
che diserba cocciuto tutta una foresta, la donna che zoppica, rifiutando di cambiar vestito
o lavarsi i capelli.
Credete che mi importi
se vi parlate?
Ma voglio che sappiate
mi aspettavo di più da due creature
che furono dotate di mente: se non
che aveste davvero dell’affetto reciproco
almeno che capiste
che il dolore è distribuito
fra voi, fra tutta la vostra specie, perché io
possa riconoscervi, come il blu scuro
marchia la scilla selvatica, il bianco
la viola di bosco.
MATTUTINO
Non solamente il sole ma la terra
stessa splende, fuoco bianco
che balza dalle montagne vistose
e la strada piatta
tremolante di primo mattino: è questo
solo per noi, per provocare
una risposta, o sei anche tu commosso, incapace
di controllarti
in presenza della terra? … Mi vergogno
di quello che pensavo tu fossi,
distante da noi, considerandoci
un esperimento: è
cosa amara essere
l’animale sostituibile,
cosa amara. Caro amico,
caro compagno tremante, cosa
ti sorprende di più in quel che provi,
il bagliore della terra o il tuo stesso piacere?
Per me, sempre
il piacere è la sorpresa.
FINE DELL’ESTATE
Dopo che mi vennero in mente tutte le cose,
mi venne in mente il vuoto.
C’è un limite
al piacere che trovavo nella forma…
In questo non sono come voi,
non ho risoluzione in un altro corpo,
non ho bisogno
di un riparo fuori di me…
Mie povere ispirate
creazioni, siete
distrazioni, in ultimo,
puri inceppi; siete
alla fine troppo poco simili a me
per piacermi.
E così candide:
volete essere ripagate
della vostra scomparsa,
pagate tutte con qualche parte della terra,
qualche ricordo, come una volta eravate
compensate per il lavoro,
lo scriba pagato
con argento, il pastore con orzo
per quanto non è la terra
a durare, non
queste schegge di materia…
Se apriste gli occhi
mi vedreste, vedreste
il vuoto del cielo
specchiato in terra, i campi
di nuovo nudi, senza vita, coperti di neve…
poi luce bianca
non più travestita da materia.
TRAMONTO
La mia grande felicità
è il suono che fa la tua voce
chiamandomi anche nella disperazione; il mio dolore
che non posso risponderti
in parole che accetti come mie.
Non hai fede nella tua stessa lingua.
Così deleghi
autorità a segni
che non puoi leggere con alcuna precisione.
Eppure la tua voce mi raggiunge sempre.
E io rispondo costantemente,
la mia collera passa
come passa l’inverno. La mia tenerezza
dovrebbe esserti chiara
nella brezza della sera d’estate
e nelle parole che diventano
la tua stessa risposta.
◊
9 risposte a “Letture da ‘L’iris selvatico’, Louise Glück”
Un’autrice di valore. Grazie per la bella proposta. Mi sarebbe piaciuto leggere questi testi anche in lingua originale, così, per amore della lingua e di completezza nell’apprezzarla. Ma questa è una mia deformazione “quasi” professionale :) Un caro saluto
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di grande valore, la Glück. La presentai al pubblico genovese,molti anni fa, insieme a Bacigalupo.Noi ne eravamo entusiati,il pubblico un po’ meno…
Cara Federica, ci volevi tu a leggere le sue poesie in inglese…(io non mi fido di come leggo questa lingua) ma mi hanno dato soddisfazione anche in italiano.
Grazie a Maddalena Lotter per la proposta.
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:) Lucetta, l’avrei fatto con enorme piacere. E poi è certamente vero che sono poesie bellissime anche nella nostra lingua. Nella maggior parte dei casi se l’autore è bravo rende anche quando tradotto (bene).
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Ottima scelta, questa tua, Maddalena. Non la leggevo da troppo tempo e avevo dimenticato del lungo respiro in versi come solo un “Tramonto” come questo sa dare. Grazie!
c.
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un libro stupendo, sia da leggere che da toccare
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Ho apprezzato molto “Tramonto” senza nulla togliere
alle altre. E’ chiaro che queste poesie nella loro lingua
originale hanno tutto un altro suono, come sempre
accade alle poesie tradotte da lingue diverse, ma come
sostiene anche Federica Caletto, quando una poesia
è valida, è bella anche se tradotta.
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Massimo Bacigalupo promette bene come traduttore, De Vita! abbia fiducia ;)
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:-)
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grazie a tutti per il calore dei commenti! prossimamente magari aggiungo un secondo post dedicato alla Gluck, con i suoi testi in lingua.
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