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Solo 1500 n. 19 “Le luci di Milano poca cosa, lo so”

Solo 1500 N. 19. “Le luci di Milano poca cosa, lo so”

Il titolo riporta l’attacco dolce, malinconico, magnifico di una delle più belle poesie di Giovanni Raboni, testo contenuto in “Barlumi di storia” (ed. Mondadori). Lo scenario è Milano. La Milano del dopoguerra. La Milano che prova a rialzarsi dalle rovine. Raboni è stato un poeta immenso, critico, osservatore fra i più attenti della realtà. Analizzandola, usava spesso i luoghi, e la raccontava in versi con lucidità e un altissimo senso civile. Nei cinquant’anni, più o meno, di scrittura di Raboni, Milano (insieme ai temi a lui più cari: la morte e l’amore) è sempre stata lì. Unità di misura delle sue e nostre domande; dei dolori, delle perdite, delusioni e rinascite, fino alla rovina (a lui da tempo evidente) del nostro paese. Chissà se, alla fine, avesse poi deciso di lasciar perdere e non chiedersi più da che lato della circumvallazione arrivassero il trenta o il ventinove. Davvero quei tram, quel giro in tondo, quella provenienza o direzione incerta, racchiudono molto del senso delle domande e dei versi di Raboni. Fosse ancora qui (e in un certo senso è ancora qui, nei suoi testi che rileggo di sera) continuerebbe a osservare i mutamenti della sua città, della nazione. Mi chiedo cosa direbbe di questo inutile sfarzo, questo apparire sul nulla, il tentativo vano di mostrarsi europei, della settimana della moda e del vuoto sotto la metropolitana. Come li guarderebbe i grattacieli di Porta Garibaldi e, poco distanti, in Melchiorre Gioia, le code per il contributo affitto. Dovesse riscrivere quei versi oggi, forse, farebbe così: Le luci di Milano troppa cosa, lo so. E avrebbe ragione.

Gianni Montieri                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              qui i link ai tre numeri precedenti:  N. 18  N. 17  N. 16

10 risposte a “Solo 1500 n. 19 “Le luci di Milano poca cosa, lo so””

  1. Denso, come sempre, e molto efficace. Parla agli occhi, alla mente, al ricordo e mette in moto quest’ultimo, per confronto e contrasto con il presente. Grazie, Gianni.

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  2. Grazie Gianni, mi piace assai e condivido “toto corde” quest’amore per la voce di Raboni. A poco a poco mi rendo conto di quanto sia stata davvero immensa la presenza letteraria di Raboni. Come poeta, come organizzatore di cultura (editor, giurato), come critico di poesia e di teatro, come traduttore (Baudelaire, tradotto x 3 o 4 volte, ed ogni volta in modo inarrivabile, e poi Racine, e il colosso Proust, etc. etc.), e poi come grande figura pubblica e civile…

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