
Il mondo era un nome buono da dire.
Nel piatto a cena non lasciavo nulla,
raccoglievo le briciole col dito ignaro di sfiorare l’infinito.
(poesia già presente nella raccolta per l’infanzia
Le biglie fanno rumore, a cura di Lorenzo Mele)
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Sento il richiamo della terra
ai confini del camposanto,
i morti parlano alle nuvole
della cruda rivelazione:
è tutta vita, anche dopo
l’ora del trapasso,
l’unico vero peccato
è non prendere parte
al grido dei giorni.
Il mondo è una canzone infinita
e le anime, ignare, non ascoltano,
per paura di esistere.
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Ho fatto la conta del sale,
la vita è il grano che cade dal tavolo,
la briciola inosservata,
il silenzio che basta a raccogliersi
in un angolo d’ombra
e misurare la luce, trovare la chiave:
il centro perfetto delle cose.
Chi è:
Federico Morando frequenta corsi di scrittura creativa presso la Locanda delle Idee con Eugenio Pintore, specializzandosi in seguito in poesia e songwriting alla Scuola Holden con Alessandra Racca e Federico Sirianni. Nel 2017, grazie al progetto editoriale Libereria, pubblica la prima raccolta di poesie, L’atlante dei silenzi, recensita da Aldo Sisto sulla rivista Le Muse e citata nella silloge Poesie per due età. Altri componimenti sono riportati su blog di settore come Poeti der Trullo, Bibbia d’Asfalto, Leggere Poesia, Poeti Oggi, Alma Poesia, pubblicati sulle riviste 22Pensieri, Nova e sull’antologia per l’infanzia Le biglie fanno rumore, a cura di Lorenzo Mele. Il racconto intitolato Bianco è selezionato per la raccolta Torinesi Per Sempre, Edizioni della Sera. Il racconto intitolato Paco appare sul decimo numero della rivista Risme. Il racconto intitolato Sia è selezionato tra i finalisti del Premio Chiara Giovani 2021. Nello stesso anno, per Chance Edizioni è pubblicato il primo romanzo, Il tempo amaro dei salici, e la raccolta La conta del sale, edita da Capire Edizioni, risulta prima classificata al Primo Premio Nazionale di Poesia di Campogalliano. È ammesso al percorso di Laurea Triennale in Contemporary Humanities presso la Scuola Holden.