“Il sabato tedesco”, rubrica da me curata per Poetarum Silva, prende il nome da un racconto di Vittorio Sereni e si propone di raccogliere riflessioni, conversazioni, traduzioni intorno a testi letterari. (Anna Maria Curci)
Friedrich Christian Delius, Due minuti con Paul McCartney
A cura di Susanne Lippert
Le Lettere 2020
Sessantasei variazioni per un episodio occorso – probabilmente allo stesso autore, allora studente a Londra – il 9 marzo 1967, all’epoca in cui i Beatles lavoravano all’album Sgt. Pepper’s: questo è il contenuto di Due minuti con Paul McCartney, traduzione italiana di Die Minute mit Paul McCartney (letteralmente “Il minuto con Paul McCartney” o “Quel minuto con Paul McCartney”), che Friedrich Christian Delius pubblicò per la prima volta nel 2005, con il sottotitolo Memo-Arien, con la casa editrice TRANSIT di Berlino.
La traduzione, opera di Benedetta Artico, Claudia Bellanca, Federico Benedetti, Mariolina D’Acunto, Giulia D’Allotta, Luca Damigella, Valentina Fiorelli, Flavia Guina, Ellen Kleessattel, Valentina Verna, studentesse e studenti del laboratorio di traduzione dell’Università degli Studi di Roma Tre, e da Susanne Lippert, Professore Associato di Lingua e Letteratura Tedesca, che ha diretto e coordinato i lavori, rende bene, in maniera vivace e convincente, l’ampio spettro di stili, modulazioni e tipologie testuali, offerto e attraversato dal libro.
Il pensiero corre immediatamente alle 99 variazioni degli Esercizi di stile di Raymond Queneau, in Italia magistralmente tradotto da Umberto Eco, e questo ‘modello’, che fa capolino da più di una pagina di Due minuti con Paul McCartney, costituisce senz’altro un richiamo, un costante punto di riferimento, ma non è una pietra di paragone schiacciante. Le variazioni di Friedrich Christian Delius sono il risultato di quel “gioco serissimo” con lingue, stili, strutture che è il laboratorio permanente della scrittura.
È bene allora leggere ciò che l’autore stesso scrive a proposito di questo libro: «Un pallone, un cane, un Beatle, due giovani e sette ragazze a Regent’s Park, Londra, il giorno in cui la canzone Getting Better viene registrata per l’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Un incontro strano, raccontato e inquadrato in tanti modi diversi, un gioco divertente con prospettive sempre nuove e belle varianti. Sessantasei variazioni, un ventaglio colorato di stili e tonalità, di composizioni letterarie, giochi di parole e modi di scrivere. Un libro da regalare a persone intelligenti, amanti della letteratura, agli insegnanti di lingua e specialmente ai docenti di tedesco».
In un articolo apparso il 13 settembre 2005 su “Nürnberger Nachrichten” si rammenta come lo stesso autore prevenga, con un dribbling autoironico, critiche negative e stroncature, asserendo, nella variazione che nel libro porta il nome Recensione: «Delius fallisce ancora. Nel suo nuovo libro di nuovo non riesce a decidersi tra romanzo e saggio, tra forma lirica breve ed epica di ampio respiro, tra realismo, autobiografia e gioco letterario».
Il gioco letterario, quel “gioco serissimo” di cui ho scritto poc’anzi, diventa fonte di lettura esilarante e un viaggio ricco di sorprese, che può essere ripercorso a piacimento, dall’inizio alla fine, dalla fine all’inizio, partendo da una qualsiasi delle variazioni ed esplorando ciascuna delle “arie” che di volta in volta, dalla brevissima nota di agenzia all’haiku, al tanka, al sonetto, passando per la fiaba e l’interrogatorio, fanno risuonare punti di vista diversi, possibilità molteplici di accostarsi a un evento, farsene testimoni e interpreti e, insieme, “riflettere facendo” su strumenti e modalità del dire, del riferire, del creare, del ‘traghettare senso’ tra sponde che mutano, si avvicinano, si allontanano e che sempre recano la duplice impronta del passaggio della Storia – elemento, questo, che caratterizza molti romanzi e, più ampiamente, tutta l’opera di Delius – e del guizzo individuale.
© Anna Maria Curci
Ultim’ora
Londra 09/03/1967, 4.09 p.m. Cane di Paul McCartney morde due ragazzi a Regent’s Park. Il Beatle scappa senza aspettare l’arrivo dei soccorsi. Alcune ragazze inseguono il responsabile ed esortano McCartney a costituirsi. Le vittime del cane sarebbero studenti tedeschi.
(p. 11)
Forestierismi
Dos amigos si gustavano la matinée in tour con un’auto coupé per i boulevard di Londra. Focalizzata la location per ottimizzare il relax in un’escalation di wellness e sprint, configurarono il match: il physique du rôle del goleador, el pibe de oro non aveva défaillance, flashava, stoppava, con uno slalom stoppava il team work e poi hasta siempre, hasta la victoria. Il fair play andò in tilt con il golpe di un Old English Sheepdog dalla coiffure brut. Si stressarono per lo sberleffo della gaffe ma non bypassarono self control e problem solving. Il patron di quello Sheepdog tamarro e meschino aveva il savoir faire del boss e il bon ton del viveur e shoccò tutti con lo slogan “Don’t be afraid, she is a coward”. Come due stoccafissi realizzarono il déjà vu: non era uno random ma Paul McCartney, ebbero la chance di chattare con un Beatle, caramba che fortuna! L’animal-friendly Paul surfava con il suo peluche sul red carpet per switchare il sequel trash della corrida delle fan stalker che a guisa di soubrette facevano les avances alla star charmant.
(p. 50)
Recensione
Delius fallisce ancora. Nel suo ultimo libro di nuovo non riesce a decidersi tra romanzo e saggio, tra forma lirica breve ed epica di ampio respiro, tra realismo, autobiografia e gioco letterario. E che romanzo magnifico sull’epoca pre-sessantottina avrebbe potuto creare invece: come minimo una versione tedesca di Gioventù di J.M. Coetzee, o il Blow-up di Cortazar-Antonioni. La Swinging London e il Flower Power, gli emigrati tedeschi e austriaci, che periodo! L’eterno conflitto tra civiltà e natura illustrato con l’esempio di un parco londinese, la bizzarra predilezione per il calcio in certi ambienti intellettuali, i profondi turbamenti scatenati dalla fobia dei cani – quanti temi grandiosi sprecati! Non ultimo il dramma della popolarità impersonato da Paul McCartney – persino un autore mediocre come Delius, che sembra aver frequentato la cerchia dei Beatles, avrebbe potuto facilmente fare di questo libro un capolavoro, un libro che si sarebbe guadagnato la stima della critica. E invece questa forma striminzita, a piccoli bocconcini, elaborata in modo pedante. Stile invece di stoffa. Un ultimo, ennesimo rimpianto: questo autore non sa o non vuole raccontare una storia. Peggio, si rifiuta ostinatamente di scrivere come si dovrebbe scrivere secondo il nostro autorevole giudizio.
(p. 73)
«Friedrich Christian Delius nasce il 13 febbraio 1943 a Roma, città alla quale rimarrà profondamente legato per tutta la vita. È un autore famoso in Germania, anche per gli argomenti affrontati nei suoi romanzi che quasi sempre trattano temi di attualità e storia, come per esempio la vita nella Germania dell’Est ai tempi del socialismo (La passeggiata da Rostock a Siracusa, 1998, Sellerio), oppure la riflessione sul delicato periodo di transizione dalla Repubblica Democratica Tedesca alla Repubblica Federale di Germania dopo la caduta del muro durante i tempi della riunificazione (La ballata di Ribbeck, 2012, Mimesis). Naturalmente ha affrontato anche l’argomento del nazismo, per esempio ne Il mio anno da assassino (2008, Edizioni Spartaco). Particolarmente interessante anche la sua riflessione critica sulla riforma luterana, Warum Luther die Reformation versemmelt hat (2017, Rowohlt), purtroppo ancora non tradotta in italiano.
Oltre a La passeggiata da Rostock a Siracusa, ha scritto anche altri libri che sono ambientati in Italia. Per esempio, Ritratto della madre da giovane (2009, Archinto) parla del soggiorno di sua madre a Roma quando Delius era ancora un bambino. Anche Die linke Hand des Papstes (2013, Rowohlt ha a che fare con l’Italia, e soprattutto con la religione cattolica. Delius ha vinto molti premi letterari in Germania, per esempio il Fontane Preis (2004). Il Joseph-Breitbach-Preis (2007) e tantissimi altri, tra cui spicca soprattutto il prestigiosissimo Georg-Büchner-Preis (2011), il più importante premio letterario in Germania». (Susanne Lippert in “Tradurre Due minuti con Paul McCartney”, in F.C.Delius, Due minuti con Paul McCartney, p. 3)
2 risposte a “Il sabato tedesco #36: F.C. Delius, Due minuti con Paul McCartney”
La tua cifra originale ed innovativa è costituita dal fatto che sai intessere con maestria struttura e temi al punto che non è possibile scindere la materia della narrazione dalle modalità attraverso cui, tu stessa, in un controcanto fai prendere corpo con il tuo respiro interiore. Grazie
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Ti ringrazio molto per la tua lettura, Maria. La scrittura di Delius è oltremodo interessante e spero di poter tornare a scrivere presto di altre sue opere, nelle quali Storia, scrittura e riscrittura percorrono vie originali e, allo stesso tempo, acute e solidissime. Grazie!
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