Paola Setaro, Non potevo metterci anche l’orizzonte
Edizioni La Gru 2019
Non potevo metterci anche l’orizzonte di Paola Setaro mostra un lavoro apprezzabile nell’arte del sottrarre. Molto riusciti sono infatti i testi, come quelli qui proposti, nei quali la brevità e la densità si combinano in formulazioni senz’altro originali e convincenti, ma non certo prive di una consuetudine alla lettura e all’ascolto di altre voci poetiche. Se veritiero è infatti il passaggio «non mi ispiro a nessuno», nella composizione dei singoli testi e nell’architettura di tutta la raccolta, articolata in dieci sezioni, emergono la consapevolezza e l’agilità nel confrontarsi con un tema ‘universale’ come quello della perdita, nel muoversi, con la grazia della chiarezza e della precisione, tra la «smodata grazia» e i giorni «senza grazia apparente».
© Anna Maria Curci
La sinossi è breve
senza troppe capriole:
c’è chi scrive per resuscitare,
io lo faccio per dimenticare.
Ho le vene congelate
una sproporzione nel respiro
ma dove trovo spazio
adesso
per l’abisso
o per la colpa?
Dopotutto,
è stato un atto di fede.
(Il sogno di Erodiade)
Potrei almeno
inventarmi il coraggio
azzardare un sorpasso in curva
tra ferri carte carne,
tutte le infinite volte
che con sorriso sgraziato
sotto un neon incerto dice:
deve solo avere pazienza.
Come ospite inatteso
mi sorprendi nel buio
e in un moto simmetrico
ti fai salto nella parola
anticipazione del segreto,
poi
catastrofe.
Che morte inutile ha fatto il nostro disamore:
sfumato in un perpetuo punto di vista personale
ha ceduto il cappio
alla tua aridità al mio balbettio;
quindi come se nulla fosse
è tornato al suo posto
senza danni apparenti,
nell’inutile attesa
di premi o ricompense.
Se tu hai messo il silenzio,
io non potevo metterci anche l’orizzonte.
Non era solo affanno
quello spazio breve
in cui mi hai tolto il cappotto
ed è tornata l’estate.
Paola Setaro è nata nel 1979 a Napoli, città dove vive e lavora. Laureata in Lettere moderne e in Storia dell’arte, sta terminando un Dottorato di ricerca. Divide la sua vita tra l’insegnamento, la poesia e la fotografia, ma anche fra tre città – Napoli, Roma e Madrid – dove attinge le immagini che a volte si traducono in versi e altre volte si fissano in uno scatto. (dal sito della casa editrice La Gru)