
detto la tua dentatura
al lenzuolo
la dettatura delle dita / di te
è prossima al dire
alla dizione dittatoriale
che temo
(che tremi anche i cuscini)
il mondo è il bianco del dentifricio
che ficchi nei fori cariati
nel muro / nelle pareti
non fare niente
che non sia lo sparire
non sia spargimento
di preghiera di piegatura del collo
del piede
persona che scende comete
che slaccia che infila di fiati
che mi fioriscono
i gomiti in fretta / le cicatrici
il sopore dei punti neri / dei pori
mi accendeva solo in saponi
supponevo sapessero cose
avevo parole nelle nocchie
(nella notte ti scricchiola la gola)
scrivere:
fare lavori con la saliva
leggero come uno sputo
sul palmo sul pavimento
pulito la mano
(c’è dello storto qui dentro)
e calcolo giusto dei denti
dei morsi dei movimenti
di braccia di bacino
dire soltanto cose perfette
non altre lingue oltre questo
linguaggio
questi baci tuoi lunghi
se il mondo non è
(dunque)
dimostrabile
di mostri non sono
(dunque)
abitate le mie stanze
(mostrami almeno le cose / minime
la mimica del mite / muoversi
le mine inesplose / delle matite)
tu non fai rimostranza
(dunque)
mi fori per farmi
saltare per aria
io non lo so se esistono le cose
che non sia un’invenzione
(la tua)
per obbligarmi ancora ad esistere
lo vedo
nelle errate previsioni della meteo
e nelle imprecisioni dell’oroscopo
che quando ti guardo nella bocca
ti leggo inciso sopra i denti
lo pregavo per queste fessure
per non scendere sempre nei campi
le sere
per le morsicature di mille
farfalle di bocche di labbre
per sanguinature
poi chiamavo con tosse sicura
con parola con soffio pesanti
(e mi venne di fianco)
(mi distrusse le anche)
è corpo che monta nel corpo
nome di donna
indicibile come
le cose distrutte per troppe
parole
inutili
