
Due su ogni tavolo. Di traverso tra loro uomini
e donne. Vicini, nudi, eppur senza strazio.
Il cranio aperto. Il petto squarciato. Ora
figliano i corpi un’ultima volta.
Tre catini ricolmi ciascuno: dal cervello ai testicoli.
E il tempio d’Iddio e la stalla del demonio
ora petto a petto in fondo a un secchio
ghignano al Golgota e al peccato originale.
Il resto giù nelle bare. Tutte nuove nascite:
gambe di uomini, petto di fanciulli e capelli di donna.
Vidi, di due che fornicavano un tempo,
là se ne stava l’avanzo, come sortito da un utero.
*
Auf jedem Tisch zwei. Männer und Weiber
kreuzweis. Nah, nackt, und dennoch ohne Qual.
Den Schädel auf. Die Brust entzwei. Die Leiber
gebären nun ihr allerletztes MalJeder drei Näpfe voll: von Hirn bis Hoden
Und Gottes Tempel und des Teufels Stall
nun Brust an Brust auf eines Kübels Boden
begrinsen Golgotha und SündenfallDer Rest in Särge. Lauter Neugeburten:
Mannsbeine, Kinderbrust und Haar vom Weib
Ich sah von zweien, die dereinst sich hurten,
lag es da, wie aus einem Mutterleib.
© Gottfried Benn, in Morgue (1912), trad. it. di Ferruccio Masini, Torino, Einaudi, 1971
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Questo testo poetico è stato scelto dal poeta Gabriele Galloni.
