Esce oggi la nuova raccolta di Elisa Biagini e noi, per sua gentile concessione ne pubblichiamo un breve estratto.
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* * *
mi scrivo tra le
crepe, nei nodi
del legno, nella
polvere sotto il tappeto:
il buio, che aspetta
d’entrare, s’aggruma
d’occhiaie.
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* * *
come su foglio
accartocciato
che si liscia
resta il
segno
crepa
a colarci
l’inchiostro.
(noi ci imbeviamo
d’infiniti spigoli.)
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* * *
mi si vede solo
in controluce,
materia come
chiara d’uovo,
patina gocciolata
dalla crepa:
un alfabeto braille
d’ossa che vogliono
uscire.
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* * *
e la schiena si
crepa, astuccio
di semi
che spingono,
che s’aprono in rami,
cespuglio di dita
che mai giunge a toccare,
che taglia l’aria d’unghia.
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* * *
controvento
.
Mi rigiro la carta tra le mani,
mi riannodo il respiro nella gola:
guardo le lettere con tutte quelle lame,
come le ombre delle cose poi mai dette.
Faccio buio e dopo accosto il foglio
la tua parola piú scura mi fa luce,
pulsa nel palmo tutto il suo silenzio.
È questo un seme che mai si consuma.
Controvento le parole
sono solo richiami,
saliva che ti torna
in bocca
© Elisa Biagini 2014


Una replica a “Elisa Biagini – Da una crepa”
[…] è tratta anche la poesia che apre questo post, e già presentata lo scorso aprile da Jacopo Ninni, qui) prosegue la scoperta della relazione tra corpo e linguaggio che caratterizza le precedenti […]
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