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Anna Toscano – my camera journal 9

2013-07-29-14-54-12 (1)

Ce ne sono un centinaio in tutto il mondo, a Venezia due, una delle quali mi è molto cara. Qui a San Paolo mi ci sono subito imbattuta, e di certo non sono una persona che entra in tutte le chiese che incontra. Ero ancora scossa dalla Maria lettrice di Montevideo da non aver spazio per un’altra. Ma le cose accadono. E di colpo mi son venute in mente le altre a me care, nere o non nere, e i santi agli incroci delle strade, le sante amate in famiglia. Vado al piano sotto la chiesa il luogo per le candele, solo per le candele. Ripiani di acqua con centinaia di candele accese di tutte le dimensioni. Una donna porta tredici candele legate insieme e le accende, accanto, nel bordo dove non scorre acqua, ripone un pezzo grande di pane e un bicchiere di acqua, prega, riprende il suo bastone e se ne va. Un giovane arriva trafelato, appoggia la borsa da lavoro a terra e ne estrae una candela bassa e tozza, la accende ed esce. Mia sorella scrive i nomi di mamma e papà su due ceri cilindrici, li accende e va via. Arrivano due quasi ragazze, capelli platinati che incorniciano un po’ di barba laterale, portano ceri intagliati a forma di croce, li appoggiano senza accenderli ed escono. Anche santi e madonne, e pure dio, sono prêt-à-porter.

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© Testo e foto di Anna Toscano

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leggi il my camera journal 8

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