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Giuseppe Merico: Siamo tutti un po’ scossi

 

 

conto quante volte sento la parola terremoto
qualcuno ha infilato maglioni e coperte
nei cassettoni dell’ Enel agli angoli delle strade
ha detto una che uno con aggrappata una
non riusciva a infilare la porta
le persone guardano il cielo
guardano anche i piccioni
ha detto una che prima che succeda
quelli si alzano in volo
conto quante volte ci sono in mezzo
mi ha detto uno che è dio che bussa
e noi non lo sentiamo.
Sono andato a trovare mia sorella
dice che il cortisone la rende nervosa
ho giocato a pallone con mio nipote,
ai rigori,
la rete va dalla porta allo stanzino dove c’è la lavatrice
quando sono andato via ho visto mio cognato
giù in strada
portava due confezioni d’acqua
ne teneva una per mano
mi ha salutato
l’ho salutato
mi ha guardato come per dirmi
che è dura
mio cognato Angelo
invece delle bomboniere
per la comunione di mio nipote
ha messo assieme piccole pergamene
gialle e ben scritte
che invitano a sostenere
l’associazione piccoli cuori
a favore dei bambini con patologie cardiache.
Alcuni hanno montato le tende ai giardini
alcuni parlano così tanto per arginare l’ansia
sono i peggiori
quando c’è stata la scossa gli antifurto hanno preso a suonare
qualcuno ha gridato
io ieri quando ho pensato a mio cognato Angelo
e a mia sorella mi è venuto da commuovermi
questa notte molte luci nelle case sono rimaste accese
e le cucine abitate
perché è più facile scappare.

Una replica a “Giuseppe Merico: Siamo tutti un po’ scossi”