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Salvatore della Capa – poesie

Si appresta un novembre buono.
Dove tu eri restano denti
e gusci di lumaca.
Voglio stendermi lì
riempire le tempie
dei segni del tuo passaggio.
Perché sono tutta la gente
che ho incontrato

.

.

perché il corpo ha memoria
raccoglie l’acqua del contagio
il pianto facile degli scomparsi.
Ti chiedi dove finisce
tutto il sangue che perdiamo.

perché ogni corpo ha una memoria

:

:

Senza rimedio avvenne
uno sguardo. Le parole
ritornavano nella terra
sillaba a sillaba
la gola rincorreva una voce
le proporzioni rinchiuse
nei nostri polsini.
Perché sono tutta la gente
che ho toccato

:

:

perché il corpo ha memoria
porta con sé le stigmati
della parola, come un cerchio
si ripete nell’assenza.
La mano ferma e il gesto ovunque.
Ora tu dovrai ascoltare.

perché ogni corpo ha una memoria

:

:

Notte restituita alla mente
lungo la linea spezzata del sonno.
Rabbia trattenuta nelle spalle
il tuo essere animale
la cura bestiale sul ventre.
Perché sono tutta la gente
che ho violato

:

:

perché il corpo ha memoria
chiede e promette come un varco
prende la forma del pane.
Una lingua attraversa i muscoli
piega la carne alle ecchimosi.
Ti spiega il fallimento.

perché ogni corpo ha una memoria

:

:

Il tempo dispone i volti sulla credenza
catene e lumi artificiali
un filo interrotto attorno alle mani
tutta l’aria che sale nell’arteria.
Lasciare cadere un cenno
il punto incosciente sul nord
quel poco di Dio che cerchi nelle cose
«Me pare ca chist’anno
Natale n’adda venì».
Perché sono tutta la gente
che ricordo

:

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Salvatore Della Capa è nato a Napoli nel 1983. Si è laureato e specializzato in Lettere presso l’Università di Bologna, città dove vive e lavora in ambito sociale . È attivo a Bologna, Imola e nel circondario e nel Trentino nell’organizzazione di reading, concorsi, laboratori di poesia e eventi letterari. È uno degli ideatori e realizzatori del festival Luoghi diVersi, nella provincia di Bologna e Ravenna. Ha collaborato, come direttore di collana delle Edizioni Il crocicchio, per il gruppo editoriale inEdition e col settimanale sabato sera. Ha pubblicato le sillogi Al cospetto dell’alba (Libroitaliano, 2002) e Interno, Esterno (L’arcolaio, 2008), ha curato Poesie in corso. Laboratorio di Università Aperta (Bacchilega editore, 2008), è presente nell’Antologia Protesto (FaraEditore, 2009) e in altre raccolte. Sue poesie e suoi interventi sono apparsi su riviste come Ali, La Mosca, Argo. È tradotto in polacco nell’antologia Z Buta (Katedra Italianistyki, 2011).

15 risposte a “Salvatore della Capa – poesie”

  1. avevo già ascoltato buona parte di questi inediti una settimana fa, in una splendida occasione presso le collezioni civiche d’arte di bologna. salvatore cambia di poco la sua lingua da interno/esterno (arcolaio, 2008, se non erro), ma con una deviazione interessante, autentica. forse troppo autentica. al punto che – certamente, aldilà dello spiraglio critico – emoziona. grazie a salvatore e a gianni, lorenzo

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  2. Grazie a Gianni per avermi ospitato. E grazie a Lorenzo per le parole – la settimana scorsa l’ulitma tranche di lettura è stata proprio questa. Autenticità è una parola che mi piace e che, per le mie corde, è molto importante

    Salvatore

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  3. Mi si è inturgidita l’anima; ho pianto.

    Parole che puzzano di vino rosso; quando alzi il bicchiere e resta il segno, lo fissi e ti chiedi che – cosa sto facendo?
    Un altro giro signor Della Capa, grazie.

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  4. ho letto con vero piacere, per la prima volta, i testi di Salvatore in occasione del progetto Protesto; testi misurati, ponderati, di un equilibrio pronto, maturo, che io – più vecchia – sentivo e sapevo ancora di non avere.
    Lo rileggo oggi e confermo l’impressione di allora, è veramente bravo.

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  5. Ritrovo qui il caro Salvatore, mio autore sin dal 2008, ma “segretario” efficientissimo negli anni di Università Aperta e de Il crocicchio. Insomma, Salva, sei cresciuto con me; ti ho sempre considerato un nipote affezionato. Quante serate insieme. Ti trovo, dopo un po’ di tempo, in questo bellissimo spazio, a far leggere le tue ultime composizioni. Sei sempre tu, peciliare; identico ai tempi succitati, eppure diverso. E’ come se tu avessi un fardello nuovo che ti fa riflettere in maniera più icastica. Sei sempre convincente. Curato, come qualcuno ha già fatto notare. Io aggiungerei: più maturo, sia nelle riflessioni sia nello stile (più equilibrato, sempre rassicurante). Complimenti. Quando ci vediamo?
    Tuo Gianfranco

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  6. Grazie a Gianfranco, con la coscienza che, se questo processo di maturazione esiste e è esistito, ne sei anche tu un motivo. E anche da ciò traggo il mio affetto per te.
    Grazie anche a Nadia, che saluto con piacere e spero di rincontrarla anche in altre occasioni future.
    Unachenonsorride alzerò ancora volentieri il bicchiere, brinderò e mi sporcherò di vino se sarà necessario, e farlo insieme, se possibile sarà, sarà ancora più un piacere.

    Salvatore

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  7. Perchè sono tutta la gente che ricordo.Credo nella densità e nella intensità di questi due versi, posti in chiusura di una poesia meravgliosa.

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  8. “Lasciare cadere un cenno”.

    Mi affascina questa strana atmosfera di preghiera, questa “rabbia trattenuta nelle spalle”, la memoria di chi negli incontri assorbe quello che gli altri lasciano cadere con distrazione, nella ripetizione cerca di ricaricare le batterie, di ripassare per non dimenticare, di contenere il senso come se il senso della vita stesse tutto nella coscienza della perdita, nella tecnica con cui si impara a cadere per non farsi troppo male.

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  9. Mi hai fatto pensare. Sì, io sono tutta la gente che ho incontrato, che ho toccato, sono un po’ loro nel momento in cui li (non) conosco, e tu hai descritto quello che provo nell’attimo di ogni mio incontro, di ogni esperienza dalla quale assorbo ogni dettaglio. E tutto ciò che è racchiuso nella memoria del mio corpo io lo conservo, come questa poesia, che mi ha lasciato qualcosa. Mi piace.

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