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Monica Guerra, Poesie da “Entro fuori le mura”

 

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le idee come esuli in tempi di guardiani
ma qui è sparare a raffica all’orizzonte

tra le croci e le rose l’io superstite
entro le mura del cuore qualche mito utile

sporadiche razioni di luce e del resto
non vedere – poco importa –

fuori è rovo di un altrove tu che mormori
il vuoto non esiste rampicando solitudine

 

*
è l’intercapedine dieci centimetri tiepidi
che pacificano il morso dell’inverno

è un walzer lento tra i versi Šostakovič
e un caldo smisurato all’interno

i vetri s’ingegnano cristalli
                         – il giorno si fa in gesti –

nell’ora fredda il vuoto qui di fronte,
è la storia che ci tiene vivi, di lato
dieci centimetri di ponte

 

*
non è primavera il respiro gelido
tra le ombre dei ciliegi

ma è quasi aprile nonostante
si ripeta una stagione
di pietra dai vetri chiusi

nonostante tu ripeta
disertando sabbia alla clessidra

un germoglio
è questa solitudine

 

*
di notte uno sparo o forse una lama
tre generazioni in croce
per le madri i loro figli nel giusto
– nonostante – e all’ora di cena
la strage è nel piatto

l’intervista sulla porta di casa
le grida i parenti: sarà stata la droga
era un bravo ragazzo

(Telegiornale)

 

*
non un’orma fuori posto
entro le mura

la distanza è un confine
e nessun cedimento
qui tutto è vuoto e perfetto

il prato spinato
l’esilio di un fiore

 

© Monica Guerra, Entro fuori le mura, Arcipelago itaca 2021

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