
Usanze di Mare
Tele amaranto,
alle mani torte, sagge vanno,
ridanno di forme ai brogli dei fluttui,
dei pesci ansanti alla morsa di morte,
mare amaro, mi culli ormai raro,
distorco gli ossi, deforme è la presa,
ma è unica impresa, al fine allentare quel velo irreale,
alle corde mortale..
Usanze di mare, la flemma è valore…

Festa d’Autunno
Dei mosti l’odore,
di rosso e di bianco è l’aspro sapore.
Oniriche danze, di satiri cinti, da tralci di vite.
Le ninfe leggere, ai flauti acuti.
Al suolo la coltre, ha il giallo e il bruno,
di fresco ne odora, di foglie, di terre.
Solstizio d’amore, quel tiepido fuoco,
all’anima scalda, la brezza già fredda,
che è nuova stagione.

Lavandaie al sole
Nubili o madri o meno che tali,
poco desta le genti,
dei ricchi signori i panni a sbiancare,
cufini trabordi a ruota alla gebbia,
con pietra di calce,
di ceneri e scorze di mandorli antichi.
Svagate a tiritera,
filastrocche e cuttigghi,
le lingue limate alle ossa squassate.
Dai corpi chinati,
le gonne levate dal velo bagnato
è furba innocenza si svelano al sole,
segrete virtù.
Il canto rafforza la lena,
vertigine e dolore, passione che lega alla terra.
I giovani sguardi sgranati,
la bava negli occhi,
ardenti emozioni,
radice alla vita…
