Che grande albero, il mio albero nudo,
estroso come un miraggio,
fiotto a tutto tondo.
Quando m’accosto
ha fruscio di mare,
un gorgo che scoppia d’ossigeno.
Vortice talora alloglotto
sul tralcio dei pesci.
Arido tronco
da te sorseggio acqua.
*
Crolla l’alfabeto ansante
dei vertici e degli spassi.
Globo rimane quel cespuglio
sospeso a distanza
tra stufe e nembi
fremente come una fiamma.
La clave si è spezzata,
stende le braccia sopra l’argilla.
Qualcuno addita. Si entra accorti
nella stanza del bruco
che lento cammina e non torce la schiena.
Farfalla di sera
troppo lussuosa per farne rosario.
*
Si ricorda di me la rana
e l’orma del lichene.
Di solito bevo seme
in quel posto nascosto chiamato ambra.
Faccio all’amore di sera
in diagonale sotto i rami.
Invecchio al tramonto
e puntualmente alle tre m’addormento.
Cerco nel sonno la scossa…
Ritorna il fungo sul marciapiede
l’alga nel bicchiere.
E d’improvviso la rana,
la punta del ramo che mi corteggia il piede.
*
Più lo sfiori
e più il mio cuore s’ingrossa.
Per favore, ciò che ho negli occhi
è un avanzo immortale
un laccio troppo umano.
No, il tuo pacco non bestemmia,
è stelo rigonfio, quasi stella.
È la mia pelle che coraggiosamente
lancia il giglio nella fornace.
Cosa vuoi che faccia?
Tremo. Poi percorro te
morbido senza tremare.
*
VOLO
(al mio amico Giuseppe Dimilta)
Magra consolazione
aver parlato ai ramarri
ai passeri sotto la pioggia.
Il dissidio era scintillio
per i tuoi arti spalancati alla vita.
Bastava un accenno di caccia
e Diana era sul nibbio, con gli stivali
sformati dal vento.
Senza pudore è l’apostolo
che non riesce a capire
il tuo slancio solitario
l’opera piena della tua esistenza.
Il rumore che non hai voluto
nell’attimo tuo di rondine.
©Luciano Nota


2 risposte a “Luciano Nota, Cinque poesie inedite”
E’ sempre un enorme piacere essere ospitato in questo magnifico giardino. Grazie!
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Grazie, Luciano, per questi tuoi inediti.
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