
Attending Bebop
Con voce fioca, a casa nostra, un tempo
mi soffiasti tra le labbra un ev’rything
is a mistery, for us.
La tragedia dell’ottone di Coltrane
col basso sommesso del trombone), le scintille
tra i roveti dei deserti, e gli intervalli
d’armonia tra una sesta e un’eccedente.
Spiriti enigmi se siete i segnali
di una verità martoriata.
Ho impostato la risposta su altri dischi
ma mi pareva che
non ti interessasse.
Hai mosso la mano, un gemito
aureo nel vuoto, e più niente.
E il silenzio,
era l’eco delle nostre domande.
.
A funny valentine
Volevo dirti che non eri sola
in quel lungo giardino che varcava
la serra degli aceri e delle
fredde camelie, al sole
sopito di metà ottobre,
quando era casa (ma ancora straniera
nelle sempre nuove terre
– a desolare –
che ti ricordavano gli assoli di violino
ed i passi calcati sui mosaici
di fine ottocento, i muri liberty
ma decorati di foglie d’autunno
– il sangue dell’Agnello-)
la tua anima nella mia anima stanca
– perché eri casa ed àncora straniera –
aperta al mondo. Ed eri sempre tu
che torni in me
che torni per sostare,
per mantenere fede alle promesse.
.
Suite lituana, tra amanti
D.
«Dalla città dalle stelle sui laghi
osservo senza angoscia la tua luna
che si appoggia sulla bianca
e fumibonda sera
da contrada lituana.
Perché sei comunque amore quando muori.
Fai e vai e senza darne credito
ti acconci alla mia festa come sposa
e vergine gloriosa.
Poi andremo a cantare a danzare sul mare».
