Christian Tito, Ai nuovi nati, I fiori di torchio, 2016
*
Così chiedo agli avi i futuri codici
per attraversarla senza perdere niente questa nostra vita
per mettere in mio figlio e in tutti i figli
una traccia di senso possibile, un amore, una passione
per non perdermi pur perdendo continuamente
poiché la vittoria appare chiara e vacua in questo mondo
e a noi piace la piena ombra
poesia come massimo grado della sconfitta
poesia come massima distanza dalla resa
camminare a piccoli passi, ma camminare
dire poche parole, ma dirle
perché noi crediamo nella parola
e forse più in quella data
prima ancora che scritta.
*
Oggi diciassette febbraio dell’anno duemilaquindici
la terra ruota sotto le nostre suole
e mentre gira e tutti noi giriamo
sento il battito del mio secondo figlio
perso dentro quel ritmo penso al mio amico
che ha un tumore al di sotto del cranio
Perso
Penso
prego che fra non molto
mani di uomini esperti,
ma spero anche buoni,
estraggano la vita dal ventre di mia moglie
e la morte dal cervello del mio amico
lui di figli ne ha già due
e i padri buoni sono pochi.
*
Ho tolto il relitto dal giardino, mamma
impediva all’erba di crescere
questa è la mia casa
qua ci sono i miei figli
ho aperto il cancello e l’ho lasciato andare
È difficile costruire un cancello, sai?
Ancora più che metterci dietro una casa
che sia la tua casa
senza lavoro non c’è mutuo
ma per questa mia casa
c’è voluto un muto lavoro
è stato quello
che mi ha insegnato a parlare
*
© Christian Tito
3 risposte a “Christian Tito, Ai nuovi nati”
Belle!!
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troppo giovane per andarsene così. È dolore vero. Un pensiero alla moglie e ai figli.
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L’ha ribloggato su Paolo Ottaviani's Weblog.
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