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Sei inediti di Sebastiano Aglieco

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VERSO IL MONTE

Le stagioni hanno i loro segni, i lenti
aquiloni della terra.
Saliremo verso il monte: i pioppi, le
querce, due linee incomplete che
tracciano una mano.
Ci saranno i decori, dopo
le stanze, i giochi appesi alle
pareti per il nostro perdono.

Ero lì, appena ieri, o forse non sono
mai stato lì.
Dipende tutto da una madre
da come ci partorisce.

 

GIARDINO CON NOCE

Una foglia si stacca ed è già un giudizio
eri a casa, e ora un dio ti ferma qui
tra le righe delle lenzuola.
Condannato dietro il muro
a sentire il mondo nei suoi passaggi
e invece vorrei finire questa
sentenza, rinforzare l’orlo
cospargere il pavimento con lo zolfo.

Da qui
dalla stessa umiliazione
il silenzio respira come un piccolo
figlio, una cosa precisa tra l’uno e
l’altro, tra me e te.

Le foglie si sono fermate.
Ascolta:
il vento è passione e passaggio
forse tornerai dal vento, un giorno, sotto
lo stesso noce.

 

GIARDINO INCOLTO

Per misura perdo, per
troppo retrocedere dello sguardo.
Guarda, i pioppi sono stanchi
fermàti dietro ai miei capelli
– se questo è restare allora
resto qui, immobile
nel passaggio delle nuvole.

Righe controllate, contate.
Il quaderno è finito.

 

COMPITO

Invento formule, lascio girare
le parole – non sto barando.
Ascolto col tatto
col semplice fiato dei bambini.

Ma ecco, guarda
io non parlo più di te
è di me che parlo
dell’ora per tutti, che ci redime.

 

ERI DUE

Senti i piccoli passi?
Ora maturano i suoni
i visi sfatti della resa
e io, tra le coperte a ferro e fuoco
invocavo questa sentenza:
giustizia per gli umiliati.

Dietro un muro
compatto si fermano le lacrime –
se tu vedessi appena un poco, ottuso!
Eri due, ricomposto in un
margine come un’immagine del ricordo.

Devi imparare velocemente
la tua parsimonia ti fa nemico.

 

OLTRE

E già non scrivo più
passaggio del treno tra le nebbie, già oltre
nella distanza della restituzione.

Questo accade alla bellezza:
averla oltre, dopo l’ultima parola di un padre.

Ecco, vedi?
La notte è finita.

 

Sebastiano Aglieco poeta e critico, è nato a Sortino (SR), il 29 gennaio 1961. Vive a Monza e insegna a Milano nella scuola elementare. Si occupa di teatro e scrittura per la crescita delle persone.
Ha pubblicato diversi libri di poesia: Giornata, La Vita Felice 2003; Dolore della casa, Il Ponte del Sale 2006; Nella storia, Aìsara 2009, Compitu re vivi, Il ponte del sale 2013. Inoltre Radici delle isole, La Vita Felice 2009, che raccoglie tutto il lavoro critico svolto in rete e in diverse riviste. È redattore di “Gradiva”, “Il segnale” e dell’annuario di poesia “Puntoacapo”. Il suo blog è Compitu re vivi: (miolive.wordpress.com).

11 risposte a “Sei inediti di Sebastiano Aglieco”

  1. splendide, sono di altissima tensione etica, come tutta la poesia di Sebastiano – concordo con Anna Maria, la chiusa di “Compito” è grande – “è di me che parlo/
    dell’ora per tutti, che ci redime”

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  2. Necessarie e importanti le pulsioni e le circostanze ; altrettanto le parole che le affiancano : a volte assertive , definitorie , a volte sospese / interlocutorie tra il probabile e il possibile ; ma sempre pronunciate per amore e affrancate da qualunque retorica dei sentimenti .
    Grazie
    leopoldo attolico –

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  3. Questa notte interminabile che ci accompagna, incommensurabile strazio,acuto d’un padre passeggero, senza più parola, manto celeste, oscurazione perenne.”Oltre” la notte la notte appunto, senza dolore.Un dio, un Dio oscuro,perenne. E la nottata non passa, non passa!

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    • Grazie a tutti da un luogo dove non c’è linea. Le poesie fanno parte di un libro rimasto per troppo rigore, inedito. Sebastiano

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  4. Le foglie si sono fermate.
    Ascolta…

    La “fragilità “dell’uomo è il suo essere esposto costantemente al pericolo della fine , rappresentato anche dalla” notte”, ma qui “io non parlo più di te
    è di me che parlo
    dell’ora per tutti, che ci redime”.
    la sopravviveNza dell’uomo sta proprio nel riconoscere che il destino di morte è quello che ci accomuna perciò il senso di fraternità diventa un segno di rinascita e in fondo ci permette di riscoprire le ragioni profonde dell’esistenza.
    Che meraviglia !
    Grazie

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  5. Basta quel “dipende tutto da una madre / da come ci partorisce” per cogliere l’alto spessore della poesia di Sebastiano Aglieco. Versi che, ogni volta, mi sorprendono, mi stupiscono, toccano le mie corde più profonde. La prima impressione è sempre quella di un perfetto nitore delle figure poetiche proposte cui fanno da immediato contrappunto le riflessioni che ne scaturiscono. La concentrazione, che è poi l’essenza del parlare poetico, come ci dice Tomas Transtromer, è massima. Grazie di cuore Sebastiano per questi tuoi bellissimi doni.

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