Avere tutte le poesie (compresi una parte di testi inediti) di Umberto Fiori in un libro solo è una gran cosa, una cosa che fa sentire meglio; proponiamo oggi una selezione di testi. (gm)
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(Da Case 1986)
PARTENZE
Mentre il palazzo di fronte
riflette
il palazzo di fronte
nelle poltrone anatomiche
del terminale uno sente
la gente darsi ragione.
Rimane lì incantato: fermo rimane,
come nei piatti in tavola
un po’ di pane, una foglia,
il boccone della creanza.
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COLLOQUIO
La faccia che abbiamo fatto
quando hanno visto che li stavo
guardando mentre guardavano
la gamba molleggiarsi sotto il tavolo
senza nessun ritmo, come lavorando
a nessunissima macchina.
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CASE
Svoltato l’angolo di una casa
un’altra casa viene avanti, piena di sole.
A guardarla viene un vuoto
come una pena, ma poi
viene la stessa faccia da eroe.
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(Da Esempi 1992)
CHIAMATA
Dal tetto dell’autosilo
sotto la nebbia
si vedono i viali e i vicoli
intorno, si sentono i motori
che vanno su di giri
e i cani, ai giardini, che abbaiano.
È come quando di nuovo
suona il telefono
e c’è soltanto un respiro.
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FRASE
Quando un tram carico di gente
ti lascia a un incrocio, e sei solo
sul piazzale, davanti a un casamento
che in piena luce sta lì
piantato, chiaro, chiuso come un monte,
ti sembra di capir bene,
eppure non sai rispondere.
Ma poi a volte dentro
– giù, giù, sul fondo,
dove tutto il fiato è finito
e niente si lascia dire – viene una frase
e senti che sta già in piedi, che è viva,
che è vera come un naso, come una mano.
(Così al museo
due sale più lontano
uno sente arrivare una comitiva.)
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(Da Chiarimenti 1995)
SPIEGAZIONE DELLE SIRENE
Le cose sono lì
svogliate, distratte: il mondo
sta insieme con lo sputo.
Colpa delle persone
che non rispondono bene al saluto.
Per questo giorno e notte
chiedono spazio
le sirene qua intorno,
chiedono aiuto.
.
*
RAMPICANTE
Parlando con qualcuno
è bello quando le frasi
vengono senza sforzo e vanno a mettersi
proprio dove dovevano,
come su un muro i rami
di un rampicante.
Ma se a cena comincia una discussione
com’è umiliante alla fine, senza più fiato,
starsi di fronte
a muso duro, a rinfacciarsi
di non sapere mai
nessuno niente.
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(Da Tutti 1998)
ANNI
Quegli anni lì
era un po’ come quando
vengono i ladri
tutto sfondato,
buttato all’aria, aperto.
C’è più luce, le stanze
sono più grandi.
Si corre da una camera da letto
a una sala da pranzo, da un armadio
a uno scaffale. Il mondo si spalanca
dietro la testa.
È come non avere
altro che spalle
essere solo nuca, schiena, gomiti.
.
*
(Da La bella vista 2002)
XXII
Tu mi hai insegnato tutto.
Insegnami a morire, bella vista.
A scomparire,
come sei tu scomparsa.
Fa’ che non sappia più cos’è
chiamarsi:
essere Pera, Gustavo,
nave, mare, muretto.
Insegnami a mancare,
a tornare invisibile, com’era
l’occhio in cui ti ammiravi.
.
*
(Da Voi 2009)
Anche nelle giornate più serene
di primavera, quando i veli del mondo cadono
e il muro, la strada, il glicine,
ritorna chiara la gioia
che li sostiene e li illumina
– è inutile: prima o poi
mi sento mordere dentro un veleno,
un’ombra, un dispiacere.
Siete voi.
.
*
Eccovi ancora.
Ecco l’accusa: il muro,
la strada, il glicine, brillano
negli occhi di qualcuno.
Io. Uno.
E uno è troppo poco.
È niente. È il suo rimorso.
Invece voi – là, tranquilli:
siete i milioni, gli infiniti.
Chi potrebbe scampare ai vostri inviti,
ai vostri giochi? Sì, eccomi.
Forza coi quattro cantoni, la mosca cieca.
Via con la musica.
Pronti col ballo dell’orso.
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***
UMBERTO FIORI, POESIE 1986-2014 (Oscar Mondadori, € 20,00)
2 risposte a “Umberto Fiori: Poesie 1986-2014”
che grande, Fiori! la sua disarmante semplicità…
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sì, madda
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