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Grace Paley, Grazie a Dio non c’è nessun Dio

GracePaley1997c

Grazie a Dio non c’è nessun Dio

 

Grazie a Dio non c’è nessun Dio
o saremmo tutti perduti

se fosse Lui che ci fa gridare
di angoscia feroce    di fronte alla tortura
all’odio    tre o quattro volte per generazione
non ci sarebbe speranza    e seppure Lui permettesse
alla pace di apparire    allora un giorno    grandi lastre
di pietra sotto i frutteti e il mare potrebbero
muoversi piano una contro l’altra    terremoto

se fosse stato Lui a costruire così stretto il ponte
su cui siamo esortati a passare
senza paura mentre intorno a noi
i vecchi gli zoppi i maldestri i
bambini scalpitanti ruzzolano giù
e a volte vengono spinti nell’orrido
precipizio    se fosse Lui certo saremmo perduti

se fosse Lui a offrire il libero arbitrio ma
solo ogni tanto    strano dono
per un popolo che abbia appena distinto
la mano destra dalla sinistra
ma se siamo noi i responsabili con-
sideriamo il nostro assiduo amore uno per l’altro
perchè questo è il giorno d’oggi    ora possiamo
guardarci negli occhi
a grande distanza   questo è il tele-
fonico elettronico digitale giorno d’oggi
celebre per il denaro e la solitudine ma noi

abbiamo sconfitto Babele accettando parole
straniere in gloriose traduzioni    se

sappiamo essere responsabili    se siamo
diventati responsabili

Thank God there is no god

Thank God there is no god
or we’d all be lost

if it is He who sends us howling
in murderous despair    at torture
hatred    three or four times a generation
there’d be no hope    and if He permitted
peace to appear    then one day    great plates
of stone beneath the orchards and sea may
move slowly against one another    earthquake

if it is He who built that narrow a bridge
across which we are invited to walk
without fear while all around us
the old the lame the awkward the jumping-
up-and-down children are tumbling off
or sometimes pushed into the hideous
gorge    if it is He then we are surely lost

if it is He who offers free will but
only sometimes    a peculiar gift
for a people who have just distinguished
their right hand from their left
but if we are responsible con-
sider our frequent love for one another
because this is nowadays    we may be able
to look over great distances into
each other’s eyes    these are the tele-
phonic electronic digital nowadays
famous for money and loneliness but we

have defeated Babel by accepting the words
of strangers in glorious translations    if

we can be responsible if we have
become responsible

 

© da Grace Paley, Fedeltà, ed. Minimum fax, traduzione di Livia Brambilla e Paolo Cognetti

Ai link sotto potete leggere altre poesie e due racconti di Grace Paley (pubblicati precedentemente):

POESIE

RACCONTO 1RACCONTO 2

6 risposte a “Grace Paley, Grazie a Dio non c’è nessun Dio”

  1. abbiamo sconfitto Babele accettando parole
    straniere in gloriose traduzioni se

    sappiamo essere responsabili se siamo
    diventati responsabili

    Abbiamo davvero sconfitto babele accettando le parole?

    Oppure con l’accetta continuiamo a tagliare e taglieggiare la vita di molti a favore di pochi che usano le parole per strangolare con la responsabilità che si prendononascostamente: di ammazzare, uccidere, rubare e poi chiedere agli altri, quelli che alle parole ci credono proprio come si crede al dio che tutto (di)spiega, di pagare donare per quei valori che dicono siano altri dal capitale, salito suiloro altari-affari in tutto il mondo che si proclama civile.

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    • Tra la prima e la seconda strofa c’è un “se” che sta lì proprio a rappresentare il dubbio e le domande, anche le tue.
      Grazie

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  2. Non abbiamo per nulla sconfitto babele e queste tante gloriose traduzioni di parole così umane da apparire divine (le parole dei libri sacri che fanno da sponde al ponte stretto e mitigano con le nebbie la vertigine del baratro e della tortura) oggi sono pretesto di resa dei conti.
    Bastasse ciò che Aglieco ha in questi giorni indicato come necessità “Sbattezzarsi”!
    Non c’è alcun Dio e lo stesso siamo perduti.

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  3. Acutissimo grido verso la millenaria consuetudine di una fede solo autoconsolatoria, che si rivela vuota di essenza, di fronte alla catastrofe senza logica, senza salvezza.

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