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Solo 1500 n. 86 – Nel segreto della cabina elettorale

berlino 2011 - foto gm

Solo 1500 n. 86 – Nel segreto della cabina elettorale

Lunedì 25 febbraio, a Milano, un uomo di 41 anni entra in un seggio elettorale alle ore 7,15 in punto. Saluta le scrutatrici, porge tessera elettorale e documento. Dietro richiesta consegna il suo cellulare. Gli danno tre schede e una matita. Gli sono sempre piaciuti i colori delle schede. Entra nella cabina numero quattro. Per prima cosa, non saprebbe spiegare il perché, pensa al cane. Sorride, ai bracchi tutto questo non riguarda. Guarda le schede, le guarda a lungo, nonostante abbia a lungo riflettuto. Vota prima per le regionali. Ambrosoli, senza convinzione ma senza dubbi. Prende la scheda della Camera dei deputati, conosce le liste, conosce i nomi. È di sinistra da sempre, lo è sul serio, conosce la Legge elettorale, teme che al Senato non si ottenga una maggioranza. Col pensiero va a tanti dei suoi amici, ad alcuni familiari, che voteranno il Movimento 5 stelle, li capisce sotto l’aspetto passionale ma non sotto quello della ragione. Capisce chi non voterà PD, capisce i “Ma come si fa?” Pensa che prenderebbe a schiaffi Vendola e Bersani, poi li vota. Lo ritiene giusto. Pensa che un voto diverso non porterebbe a nulla. Piega le schede, le consegna, ritira tutto, saluta e se ne va. Il cuore gli suggerisce da anni di non andare più a votare eppure ogni volta ci va. Nel tardo pomeriggio si accorge che al Senato succede quello che più temeva, comprende il trionfo, inutile, dei  5 stelle, soffre ma non si stupisce più di tanto per la rimonta del centrodestra. Diventa triste e lo sarà per giorni. Poi telefona alla sua compagna e dice: “Sono contento di aver votato.” A quel punto sorride, senza motivo, solo per un attimo.

11 risposte a “Solo 1500 n. 86 – Nel segreto della cabina elettorale”

  1. sono stati due giorni di vero tormento e se è vero, come purtroppo è vero, che non ci siamo tolti dalle palle il Caimano, qualcosa non mi quadra. E allora penso che molti ma molti italiani si vergognano consapevolmente di dire che votano questa destra e questo innominabile individuo, dichiarando fino all’ultimo il falso, fingendo dissenso, per poi dar sfogo nel silenzio dell’urna alla loro inesistente coscienza.
    Ma poi rifletto anche sul fatto che le fila del M5S hanno stravinto ovunque, raccogliendo oltre le mie aspettative, il dissenso di molta sinistra, quella stessa che prenderebbe – come ben dici nel testo – “a schiaffi Bersani e Vendola”, io ci metterei in mezzo anche due schiaffetti ben calibrati ad “Ingroia” e alla sua “travoggente” rivoluzione civile (una caratteristica masochistica storicamente tutta sinistroide questa frammentazione protagonistica a favore dell’avversario), comunque, dicevo … a voler essere cinicamente razionali, ci siam tolti dalle balle tra i tanti i seguenti nomi (è un inizio, e non è poco):

    Gianfranco Fini,
    Antonio Di Pietro,
    Giovanni Favia,
    Angelo Bonelli,
    Oliviero Diliberto,
    Paolo Ferrero,
    Oscar Giannino,
    Francesco Storace,
    Paola Binetti,
    Lorenzo Cesa,
    Rocco Buttiglione,
    Mario Catania,
    Giuseppe De Mita,
    Ferdinando Adornato,
    Roberto Rao,
    Italo Bocchino,
    Mario Baldassarri,
    Mario Sechi,
    Raffaele Lombardo,
    Franco Marini

    Alla prossima.

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      • quello ha sette vite, come i gatti
        è raccomandato dall’altissimo
        pensa che divorzia senza divorziare, è pio.

        comunque anche le varie Bindi de noartri, mannalle a casa, sarebbe anche un atto rispettoso dopo anni di culo quadro tra le poltrone del reame…. insomma un po’ di riposo reciproco non ci farebbe affatto male.

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  2. Sottoscrivo ogni sillaba. E, appena tornata a Roma, anche io ho assicurato alla gatta “da me avrai sempre democrazia ragionata e stato sociale”.

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  3. Il Caimano lo si può ( e lo si DEVE) far fuori nella Giunta per la convalida degli eletti..articolo 10 legge del 1957 sull’ineleggibilità. Basta che PD-SEL e M5S trovino una convergenza “strategica ” su questo fatto semplice ma decisivo. Sarebbe un chiaro segnale di rottura con la tradizione gattopardesca…un lume di speranza per un futuro senza paure…e sarebbe una festa e una gioia, cazzo!

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  4. Si va tutto bene, ma fatemi capire una cosa che
    la mia scarsa intelligenza non percepisce: Silvio
    da quello che posso dedurre io; è odiato e vituperato
    da una miriade di cittadini, nonostante ciò rimane
    bene o male sempre a galla. I casi sono due: o
    è un mago o è un mafioso. Se potete illuminarmi
    ve ne sarò grato.

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  5. gentile Umberto, se potessi illuminarla vorrei illuminarla con la luce di una folgore. ma se possedessi il potere della folgore non crede che la indirizzerei verso altro obiettivo?

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  6. Grazie a Gianni Montieri, per aver descritto così bene l’emozione del voto, che quando è onesto ci fa sentire cittadini, e persone, e umani.

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