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Gianni Montieri – Friuli

FRIULI

I

Poi  è calata la sera, la gente
si è seduta in silenzio (disposta
su panche, o su sedie portate
da casa) ad ascoltare poesia
qui le lingue si mischiano:
lo sloveno, il dialetto friulano
il ceco, quindi l’italiano
accade nelle terre di frontiera
tutto si fonde in una nota sola
nelle strette di mano date dopo

è tarda notte quando Francesco
dice: “Felice d’averti conosciuto
di persona” sento che è vero
allora dico o penso: “Anche per me”.

II

Cormòns: i nomi qui sono così
a volte manca la vocale in fondo
c’è terra tra una casa e l’altra
luce verso le montagne
ti giri nel sonno e sussurri:
“Ci vorremo bene per sempre?”
e io dico “Sì” poi lo ripeto
sorrido, il chiaro filtra da fuori
ti stringo e penso a domattina
quando a colazione negherai
d’averlo detto e dividerai la torta
a metà come un confine, la linea
del letto attraversata, o l’amore
senza barriera, un passo prima
o dopo la dogana del perdono.

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inedito giugno 2012

15 risposte a “Gianni Montieri – Friuli”

  1. Sulla prima non dico niente se non grazie, sono troppo coinvolto…
    La seconda è splendida: come si dice, interiorizzare un luogo dove ti trovi?

    Francesco t.

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  2. Eh! Neanch’io so dire quanto siano belle e quanto mi siano piaciute. Lo voglio dire ugualmente e ancora aggiungo: quando rimango così, senza fiato e altro, allora sono sicura di avere incontrato un pezzo di perfezione. Due, in questo caso.
    Grazie!

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  3. Sono stato in Friuli un paio di settimane fa. Quella sera chiacchierando con Francesco (Tomada) gli dissi di come mi avessero sempre affascinato le terre di confine. I confini, in generale, lasciano sempre intravedere un “possibile” poco distante, un varco, una via d’uscita o un ritorno. I confini anche di un semplice quartiere segnano le vite, nascere cento metri più in là, dalle mie parti faceva la differenza e forse la fa ancora. La poesia stessa è una specie di confine, la cui frontiera è l’equlibrio e chi scrive, a volte, è un doganiere, altre un contrabbandiere.

    Grazie a tutti, siete cari

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    • Grazie a te Sparz, per il sostegno che mai mi fai mancare e per questo bellissimo articolo…il cui contenuto condivido totalmente. A presto

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  4. bellissime, Gianni.. e mi fai ripensare alla mia terra, che è terra di stranieri destinati a rimanere stranieri, terra di confini creati e attraversati sempre, per generazioni e generazioni. uomini e donne migrati e ritornati, o uomini che non si sono mai mossi ma che il territorio stesso rende stranieri, a se stessi, ai propri simili…grazie ancora :)

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