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Solo 1500 N. 8 – Gli aerei con lo striscione in coda

SOLO 1500 N. 8 – Gli aerei con lo striscione in coda

Il bambino in riva al mare che tiene la mano all’uomo stempiato, sono io. La bimba riccioluta, e un po’ più piccola, che tiene l’altra mano, è mia sorella. Tutti e due indichiamo con la mano libera verso il cielo. Nel cielo blu sopra il mare, vola un piccolo aereo. Legato alla coda dell’aereo, con quelle che a noi sembrano corde, c’è uno striscione con una scritta grande, rossa. Chiediamo a mio padre: “Cos’è quello?” Mio padre, sorridendo, ci risponde che quello striscione è una reclame, e alla domanda successiva (i bambini sono così): “Che cos’è la reclame?” Risponde che è la maniera di far sapere a tutti che un prodotto esiste. Mio padre non disse “E’ una maniera per far conoscere un prodotto”, e non disse nemmeno “E’il modo per dimostrare che un prodotto sia migliore di un altro”. Forse, per due bambini, quella era una cosa bella. La scena, voglio dire. L’aereo basso sopra il mare, lo striscione colorato, la scritta che dice a tutti, semplicemente, che una cosa esiste. Poi negli anni lo sappiamo come è andata. La pubblicità è diventata una tecnica, una giungla, una lotta. E’ psicologia. Lo era, probabilmente, anche  agli inizi degli anni settanta, ma noi non lo sapevamo e, forse, nemmeno mio padre lo credeva. Non ho più pensato a questa storia fino a qualche giorno fa. Luglio, un altro mare, un altro tempo, passa basso un piccolo aereo con una scritta slovena sullo striscione. Succede che di nuovo qualcuno punta il dito e dice: guarda. E si torna indietro alla reclame, a un vecchio lido, a un ricordo.

@ Gianni Montieri

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