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Il demone dell’analogia #3: Fotografie

IL DEMONE DELL’ANALOGIA

«Una strana amicizia, i libri hanno una strana amicizia l’uno per l’altro. Se li chiudiamo nella mente di una persona bene educata (un critico è soltanto questo), lì al chiuso, al caldo, serrati, provano un’allegria, una felicità come noi, esseri umani, non abbiamo mai conosciuto. Scoprono di assomigliarsi l’un l’altro. E ognuno di loro lancia frecce, bagliori di gioia verso gli altri libri che sembrano (e sono e non sono) simili. Così la mente che li raccoglie è gremita di lampi, di analogie, di rapporti, di corti circuiti, che finiscono per traboccare. La buona critica letteraria non è altro che questo: la scoperta della gioia dei libri che si assomigliano.»
Mario Praz

Fotografie

 

A. Allo specchio con una foto di sua madre

ritrovarti nel volto che ti specchia
e d’un tratto confonderti

sospendere due vite in una sola:
niente più luoghi, o giorni…

un profilo di schiena? la femminea
grazia che ora ti vive come allora

(stretto al petto c’è un nodo che vi lega)

da Dire di Fabio Michieli

 

Per un ritratto

Una foto pensosa
mi guarda dallo scaffale
fantasma d’un antico amore e quasi
fantasma di me stesso.

Quanto mi amano ancora e quanto
mi guardano i cari occhi indugianti
triste patria di ricordi
i suoi occhi indugianti.

Fantasma d’un antico amore,
fantasma tradito
ritorna, anche se la pena
di ciò che amai e persi
ritornerà con te.

Non dimenticare, ma perdona.
Lo so, troppo tardi piango.
Due fantasmi eravamo, con la possibilità di vivere
ma la perdemmo, io e lei.

da Silhouettes di Arthur Symons (trad. di P. Deplano)

 

Quartetto

In una istantanea ingiallita
di quarant’anni fa
ripescata dal fondo di un cassetto
il tuo volto severo nella tua dolcezza
e il tuo servo d’accanto; e dietro Sbarbaro
briologo e poeta – ed Elena Vivante
signora di noi tutti: qui giunti per vedere
quattro ronzini frustati a sangue
in una piazza-conchiglia
davanti a una folla inferocita.
E il tempo? Quarant’anni ho detto e forse zero.
Non credo al tempo, al big bang, a nulla
che misuri gli eventi in un prima e in un dopo.
Suppongo che a qualcuno, a qualcosa convenga
L’attributo di essente. In quel giorno eri tu.
Ma per quanto, ma come? Ed ecco che rispunta
la nozione esecrabile del tempo.

da Altri versi di Eugenio Montale

2 risposte a “Il demone dell’analogia #3: Fotografie”

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