…………………………………………………………………………………………………………………. …………………………………E,
…………..scostati i capelli dalla fronte
– uno sguardo gettato alle spalle e poi –
lungo i pendii, vertigine della montagna,
sproneremo i cavalli a percuotere
……………a sangue la terra
…………………………………….E,
………………………..con la tempesta,
…………………………………….come la tempesta nella tenebra
giungeremo a far sussultare
le finestre, chiuse per il sonno
…………………………………….– il sangue alla terra –
Saremo fulmini nel vento,
belli come il carro che muove il sole
……………………………………come tori
celebreremo di nuovo il nostro amore
per Europa la bella, che sta per morire.
*
Ché a volte sembra giunto il punto morto
il nodo inestricabile che chiude la matassa
lo sguardo vede solo l’esatto tale e quale
lo specchio non riflette, del resto nulla cale
Ché sembra ormai alla fine il mondo conosciuto
e nulla da conoscere che ci sarà più dato
crepuscolo di guerre che dura da decenni
mercati di passioni, oracoli d’inganni
ma il fumo della fiaccola non è poi ingrigito
se ancora non incede ma comanda
—————————————– il gesto e l’azione –
il dubbio e l’incertezza,
——————–il punto di domanda.
*
VASSALLAGGIO
Donna che il volto celate al suo sguardo
lasciate che Serlo vi possa omaggiare;
vi offre servigi, in onore egli soffre:
mai vidi le ginocchia sue toccare
terra e omaggiare alcun uomo potente;
forse al suo zio, null’altri: eppure
per voi in terra come biscia movrebbe.
Egli ha buon sangue, e illustri natali,
dai prodi daci la pianta discende:
se invero Sigfrido prese la bella
Brunilde, di Serlo parvenza avrebbe
il loro figlio. Le vesti più ricche
egli ha indossato, le donne di corte
tutte ha implorato perché cucissero
di oro e diamanti una tunica, che
davanti alla vostra bellezza possa
non sfigurare. Lasciate che giostri
sotto la vostra finestra! Che possa
mostrarvi coraggio e valore, come
è d’uso nella battaglia all’eroe:
ciò che vi è chiesto è solo uno sguardo
(e la sua vita sarà in mano vostra):
*
Potremo sprofondare tutti
come la moglie di Jacopone
o dare via di testa come
Tasso, piagati di disperazione:
giacché ha dato i suoi frutti
la grande omologazione.
Oppure la testa alzeremo:
l’ultimo premito postremo.
Erminio Alberti, classe 1987, originario di Capizzi (paese dove convivono la Sicilia e gli inverni innevati), si interessa di musica e letteratura, e ha realizzato alcuni spettacoli di musica e poesia all’interno della facoltà di Lettere e Filosofia di Catania.
Il suo precedente volume, Malascesa (Samuele Editore 2013, collana Scilla, prefazione di Maria Grazia Calandrone), ha vinto il premio Camaiore Proposta 2013 e il premio Gozzano Giovani 2014.