Di Karl Krolow, poeta tedesco, ricorre in questo anno 2015 il centenario della nascita. Oggi, a 16 anni dalla morte, avvenuta il 21 giugno 1999, propongo la lettura della sua lirica Robinson I, apparsa cinquanta anni fa nel volume Gesammelte Gedichte, nell’originale e nella mia traduzione.
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Robinson I
Immer wieder strecke ich meine Hand
nach einem Schiff aus.
Mit der bloßen Faust versuche ich,
nach seinem Segel zu greifen.
Anfangs fing ich
verschiedene Fahrzeuge, die sich
am Horizont zeigten.
Ich fange Forellen so.
Doch der Monsun sah mir
auf die Finger
und ließ sie entweichen,
oder Ruder und Kompass
brachen. Man muss
mit Schiffen zart umgehen.
Darum rief ich ihnen Namen nach.
Sie lauteten immer
wie meiner.
Jetzt lebe ich nur noch
in Gesellschaft mit dem Ungehorsam
einiger Worte.
Robinson I
Continuo a tendere la mano
verso una nave.
Col pugno nudo tento
di afferrarne la vela
Sulle prime acchiappai
diverse imbarcazioni che si
mostravano all’orizzonte.
Acchiappo trote in questo stesso modo.
Però il monsone mi
teneva d’occhio
e le fece fuggire,
oppure timone e bussola
si ruppero. Bisogna
essere delicati con le navi.
Per questo le richiamavo gridando nomi.
Risuonavano sempre
come il mio.
Ora vivo soltanto
in compagnia della disobbedienza
di alcune parole.
Karl Krolow (da: Gesammelte Gedichte, Suhrkamp 1965, p. 209)
(traduzione di Anna Maria Curci)