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Quest’anno mi è capitato di insegnare per sette mesi in un professionale del Nord, senza riuscire quasi mai a gestire la situazione. Ho scoperto che voce ho quando urlo, le infinite combinazioni degli insulti detti e ricevuti, l’adolescenza né carne né pesce degli altri, e la mia che non finisce. Nei momenti di serenità in classe ho però raccolto qualcosa di buono, nonostante tutto, e da alcuni ragazzi in particolare, che in mezzo al casino esasperato sembravano strani fiori tropicali. Quello che fornisco qui è per lo più un campionario di errori e strafalcioni. Metterli insieme è stato un modo per ricordarmi quanta letteratura involontaria produciamo a ciclo continuo, nelle nostre distrazioni e nelle ingenuità, nei nostri scivolamenti e negli sbadigli. Un paio di citazioni sembrano prese di peso dal teatro dell’assurdo. Mostrare agli studenti, spesso schiacciati su un linguaggio piatto, artificiale e copiato, quale potenziale creativo esiste invece proprio nella disattenzione, e insegnare loro a padroneggiarlo: questo potrebbe già essere un obiettivo importante per un docente di Italiano. Buona fortuna a questi ragazzini, che mi hanno fatto impazzire, ma restano comunque più sinceri di tanti adulti navigati. Se miglioreranno -o peggioreranno- dipenderà dall’uso che sapranno fare dei propri errori, correggendoli ma non troppo. (A.A.)
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.De Luperinis
– Quali scrittori avete studiato?
– Leopardi da Vinci!
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Anatomia di un’epoca
– Se dico Umanesimo cosa vi viene in mente?
– Le mani?
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Gli errori dei padri ricadono sui figli
– ****, mi spieghi perché sbagli tutte le acca?
– Eh, ma profe, le sbaglia pure mio padre…
– Ah, quindi è una tradizione di famiglia?
– E sì eh!
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Politiismi
– Profe, ma il plurale di Dio è Dii?
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Tauteologia
[da una verifica scritta]
“La grande novità del cristianesimo è stata la religione cristiana”
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Il sogno di una cosa
– Profe, ma cosa vuol dire “lasciatemi qui come una cosa dimenticata”?
– Eh, ****, vuol dire lasciatemi da parte come se non fossi più una persona, come se fossi diventato un oggetto che non sente e non pensa più nulla, come se…
– Ah, ho capito profe, allora posso scrivere “lasciatemi quiiii… come un sasso”?
– Ma no, ****, non devi indicare una cosa in particolare, è in generale, lasciatemi qui come se fossi diventato una cosa qualunque, come se non fossi più un essere animato, ma non devi essere troppo preciso…
– Ah, ho capito profe, allora posso scrivere “lasciatemi quiiiii… come una foglia”?
– Ma ****, che t’ho detto? Non una cosa in particolare, in generale, dimenticatevi di me come se non fossi più una persona ma un oggetto in mezzo agli altri oggetti, ma non una cosa specifica, in generale!
– Ah, ho capito profe, allora posso scrivere “lasciatemi quiiiiii… come un cucchiaio”?
– Va bene cucchiaio.
Variazione su tema (dalla parafrasi scritta di un altro alunno)
“Lasciatemi qui come un armadio”
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I bambini stranieri sanno le lingue (da un tema in classe)
“Non vorrei vivere in una città diversa da ****, perché soltanto qui conosco le strade”
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Chi l’ha visto?
– Profe, ma io ho sentito di un regista che doveva fare tipo un film con Benigni ma che poi è sparito senza lasciare traccia…
– Ma scusami, è una cosa clamorosa, io non ne ho mai sentito parlare… chi sarebbe?
– Non mi ricordo il nome, doveva fare questo film con Benigni ma poi non si è saputo più nulla di lui e Benigni ha fatto il film da solo… un film su Pinocchio.
– Ah, ma allora parli di Fellini! Sì Fellini in effetti voleva girare un film su Pinocchio con Benigni protagonista, ma guarda che Fellini non è sparito, è morto molti anni fa…
– Eh ma io ho sentito al tg che era scomparso.
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Periodizzazioni 1 (La Bestia umana)
– Quando finisce la Preistoria?
– Con la seconda guerra mondiale?
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Periodizzazioni 2 (l’Età del Piombo)
– Quando finisce la Preistoria?
– Nel 1979!
– Ah, sei molto preciso, ricordi anche il mese?
– Gennaio?
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Periodizzazioni 3 (Ecce homo sapiens)
– Quando finisce la Preistoria?
– Con la nascita di Gesù.
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Periodizzazioni 4 (Democrazia pagana)
– Quando crolla l’Impero romano d’Occidente?
– 1976?
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Coming soon (da una verifica scritta)
“La preistoria è l’anteprima della Storia”
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X
– Chi ha vinto la guerra di Troia?
– Nessuno!
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Calende greche (data indicata su un compito)
“5/13/2015”
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Colonie greche
– Dov’è Atene?
– In Italia!
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Il vizietto del dottor Jekyll
– Qual era il rapporto tra Jekyll e Hyde?
– Erano froci!
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Bioetica
– Hyde che parte era di Jekyll?
– La faccia?
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Sei mai stato sulla luna?
– ****, potresti togliere il piede dalla sedia?
– Eh ma profe è la forza di gravità che me lo ritira su!
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Si è soli anche in mezzo alla folla (da un tema in classe)
“Da grande vorrei vivere su un’isola deserta, e andare in discoteca tutte le sere”
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Aspettando i barbari (durante la visione del film Il postino)
– Ma profe, lϋ al parla an dialet!!!
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Umane lettere (alla fine del film)
– Ma profe, chi era il poeta e chi era il postino?
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Variazioni cromatiche (da un tema in classe)
“Mi è piaciuto molto il film Il postino, peccato che sia in bianco e nero”
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Libertà di poesia
– Chi ha scritto la poesia L’albatro?
– Charlie Hebdo!
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Nuovi supereroi
– Cos’è un dogma?
– Il dogman è l’uomo-cane!
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Vecchi romanticismi
– Profe, può prestarmi una penna?
– Certo, eccola.
– Grazie profe, ora siamo amici di penna.
8 risposte a “Ma il plurale di Dio è Dii?”
Ma in latino il plurale di “deus” è “di” o appunto “dii” – e “dei” è più raro – quindi non è scorretto “dii”, anche se la forma “dei” (che per non confonderla con la peposizione “dei” è opportuno scriverla con l’accento : “dèi”) è quella che si è imposta, poi.
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Cara Rosanna, un nuovo punto a favore dei miei ex-alunni: non diventeranno mai dei pedanti :P
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Fra altri, gli aforismi “preistorici”, compresi i titoli, mi hanno regalato una giornata piena di poesía. Grazie.
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assolutamente poetici… non mi sono mai arrabbiato per quegli errori (per molte altre cose sì). grazie!
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irresistibile,
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bellissimo
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Andrea, mi ha strappato un grande sorriso immaginarti in questi momenti.
Un abbraccio,
Silvia
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[…] antologia degli inciampi, ma non priva di bellezza e a volte di acume involontario (per chi vuole, qui). Era stato anche un modo per rintracciare le origini del linguaggio poetico proprio in quelle zone […]
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