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Marco Annicchiarico – da “L’ombra della luce” (inediti)

Attesa_IlPadre-1996
© Mario Martinelli: Attesa (Il padre), 1996

 
 

L’arco

Quando il vestito scivola nel buio
sulla tua pelle si svela
un tempo sospeso
che non ha partenze né arrivi.

In quella penombra riflessa
usiamo le mani come lancette impazzite
cambiando senza tregua gli orari.
Io ti oriento in un verso
ti rinchiudo nella metrica di un abbraccio
mentre tu unisci lentamente
le parole, le mandi a capo
insieme al pensiero.

Fuori nel silenzio di una città
che attende le prime luci
il tempo continua a scorrere
si rincorre.

Dentro, in quell’arco imperfetto
tutto resta sospeso e si somiglia
la realtà come il sogno.
 
 
 

Dentro un disegno

Disegno le venature del legno
pensando alle tue gambe
a quelle radici azzurre che compaiono
quando sei stanca
quando l’albero chiede acqua
e riposo alla tua terra.

Come filari confinano il sangue,
lo separano dal resto, fanno la guardia
al tempo che si perde
nella distanza del viaggio.

Staccando il tratto ritrovo,
nel centro esatto del foglio,
una forma che domani sarà definita
dal colore dei tuoi occhi
e da questa mano
ancora incerta e senza riposo.
 
 
 

Irpinia 1980

Quando faceva buio
e il silenzio copriva le voci
guardavo le luci
di un paese in lontananza;
non le ricordavo.

L’anno prima, disse mio nonno,
erano coperte dalle montagne.

A vederle così, quelle luci,
sembravano un luna park
distante un’altra estate.

Ogni tanto la terra tremava,
come le mani. E tutti
uscivamo di casa,
con la calma dell’abitudine,
prima di rientrare
a girare una pagina a caso,
in attesa del sonno.

© Marco Annicchiarico

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