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Quattro poesie inedite di Vito Santoliquido

Quattro poesie

Funerale

Magari poi si leveranno le preghiere
insieme con l’insanare delle maree
d’umori e di pianeti. E tu
sei il capitano d’una banda (nera):
cagne di bufera, giovani assassini, obliqui
prestigiatori (d’androgina avvenenza). Gravitando
morte. E diverrai tuo malgrado
il nunzio (scarnificato) del cataclisma

— Imminente nel buio. Chiudo gli occhi. Non sarò
mi saprò. Decomponendomi, chissà… —

Tieniti pure la tua pietàIl cuore
una scatola vuotaFedele alla specie aliena
sulla terra naufragata

*** 

Ragione della poesia

A cosa tutto il labor limae, questo
trovare, mettere-levare, come
a un mostro aggiustare la testa
ottusa gl’occhi gonfi, questo
intrecciarti ai capelli efflorescenze
rare? Per chi sarai perfetta o
storpia, mia rima, non so. Forse
solo al genitore geloso,
il gigante buono, tuo padre
l’orco.

  

*** 

[cosmogonia]

[il grimorio]

bende oscure ponetemi su gl’occhi,
che mai più io veda del mio giglio
di nebbia il mondo vedovo

[κατάλογος]

Gorgo di luce avorio bianco mogano
Magnolia insetto messe tuono incenso
Rosso papavero castello fulmine
Astro d’ombra conchiglia malinconica
Nigredo eclisse abisso uovo pioggia
Bufera oro il sole miele di vetro
Ermetico anfibio ibernato tronco
Silvestre resina lana pino artico
Lichene vecchia barba drago uroboro
Rosa deserto monsone vulcano
Cuore segreto amazzonica tenebra
Migrazione notturna uccelli sogni
Reame d’henné catastrofe celeste
Tramonto batterio sasso ozono eone
Galassia anima grotta siderale ecc.

(ultime vengono le incarnazioni)
Le Cose Umane: Esser tristi in riva
al lago Chiuder le ciglia al terrore
s’è notte buia Speranza verdissima
se luce invesperata a Oriente germina
Dolcezza di bacio Tremore amaro
M’ama? Mamma zolla sapone fauna
latte azzurro pane Padre il gigante
le mani son nubi radici fuoco
un continente che tutto mi coprono
caldo seme cetaceo coraggioso
Sapienza dona e Prudenza Perdono
sii Generoso, Amore, e Bello e Buono
Scintillante Angelo, e Giusto, La Morte
Cielo a maggio la Musica
e il Silenzio e la Calma
Solitudine altera
Respiro Pure lacrime ecc.

[explicit litania]

e non so quali spettri
abbracciare stanotte
O Eros, figlio di Ecate,
Trivia strega lunare.

*** 

La preparazione al viaggio

E c’è la fretta di fare la valigia, al viaggio
però, manca ancora una settimana
più un week-end, per essere precisi.

Bisogna che non dimentichi i libri i calzini
(si sa, finisce sempre che uno dei due
si perde, silenziosamente putrescendo il superstite
d’insondabile tristezza, un’isola
un cancro di foglie) i libri sì già detto
il pettine le scarpe
i cosmetici le cose
da mangiare, la focaccia all’olio
della nonna i dolci alla cannella
la pistola.

Prima, però, non devo scordarmi
al balcone d’accarezzare il sole (anemico
leggermente, mi pare: sarà il trapassare
dell’estate col suo oro
o comprensibilmente
un principio di nostalgia, come
amante sorpreso all’alba dall’allodola,
un desiderio d’ibernazione,
di permanenza nel sogno
ad libitum, guscio discreto la notte…)

E salutare il bosco e i campi e baciare i cari
gli estinti: fatalmente accade, infatti,
che la casa si tramuti in sepolcro,
ove costantemente
è un salmodiare di vermi, un pendere
verso l’infernale vuoto, un rugginoso
riverberare ogni tanto
di versi sul foglio elettronico (è un po’
come sentirsi un burattinaio
improbo alle prese con cadaveri
squisiti, il più delle volte con effetto
grottesco).

È sempre tutto un amorevole
ripetersi i bisogni, ripeterseli
in gabbia in soliloquio
— propriamente un rito —
la preparazione al viaggio,
mentre col capo in cielo scosto nuvole,
ricucio gli slabbri del giorno,
immagino cineree betulle
ondeggiare in un posto fuori dal mondo.

Ma poi gli occhi
lampeggiano
verdi d’amore santo,
quasi fremendo
il corpo arroventato.

___________________________

Vito SantoliquidoVito Santoliquido, nato a Melfi (Potenza) il 26 dicembre 1989, di sé scrive: «Vivo a Forenza [Potenza]; attualmente, però, risiedo a Venezia, dove sono specializzando in Filologia e letteratura italiana con indirizzo medievale-rinascimentale presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Nel 2012 ho conseguito la laurea triennale con una tesi di Filologia romanza sul “ritratto dell’amante” nei romanzi antico-francesi di Tristano e Lancillotto. Mi sono accostato alla scrittura poetica da un paio d’anni soltanto. Ho pubblicato un manipolo di liriche su varie antologie per Magi Editore.»
La poesia di Vito Santoliquido è qualcosa di prossimo a un’onda di “piena visiva” – definizione dello stesso autore che mi trova d’accordo, non certo per pigrizia critica – capace di travolgere il dettato senza sfociare nel visionario e soprattutto senza cercare di contenere un moto centrifugo del dettato; del resto è una condizione visiva che raccoglie in sé il portato della formazione romanza del nostro, nonché del gusto di lettore che predilige il registro espressionista (con contaminazioni ermetiche, soprattutto nell’uso dell’aggettivazione).
Colori accesi in netto contrasto con il nero di un’ombra che pure incalza; su queste tonalità nettamente antitetiche si dipana la poesia di Santoliquido, che ovviamente fa i conti con un apprendistato appena iniziato ed esibisce i suoi debiti con la tradizione (ma quanto alta è questa tradizione? e quanto lontano va a recuperare colori e modi, che molti autori suoi coetanei, o di poco più grandi, nemmeno immaginano possano essere mai esistiti e perciò esistere di nuovo ora? [fm]

Vito Santoliquido gestisce un suo blog: http://www.vitosantoliquido.wordpress.com.

10 risposte a “Quattro poesie inedite di Vito Santoliquido”

  1. In questo viaggio – preparato con la cura di chi tiene in conto dimenticanze e distrazioni provvide e improvvide – i viveri per il tragitto, che mostrano tracce antiche e importanti, sono ben percepibili, senza appesantire, tuttavia, versi e visioni. Sugli uni e sulle altre chi legge e ascolta indugia e torna volentieri. Sorprese attendono, e discese, l’inevitabile (suo malgrado) divenire del «nunzio (scarnificato) del cataclisma», svolte improvvise e sornione: «Ma poi gli occhi lampeggiano/verdi d’amore santo». Un discorso a parte meriterebbero i segni, ai miei occhi ben visibili, di una scrittura che sa tenere il passo, ravvivandolo con note proprie, con terra odori gesti e altre scritture di Lucania. Mi limito qui a farne accenno, augurandomi di poter tornare presto a leggere altri esempi del connubio tra originalità e attenzione che colgo in questi inediti di Vito Santoliquido.

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  2. ringrazio Maddalena e Gianni. ma ringrazio soprattutto te, Anna Maria, per quanto hai scritto e reso così visibile anche agli altri.
    quel discorso che “meriterebbe” d’essere iniziato va di pari passo col percorso della poesia di Vito Santoliquido che ora possiamo solo cominciare a vedere, ma che già segna un passo preciso.
    c’è ancora poesia. c’è sempre poesia.

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