Poetarum Silva sostiene la Casa Editrice L’Arcolaio
e vi invita a prendere visione del suo validissimo catalogo di poesia contemporanea:
non lasciamo che gli squali dell’editoria affievoliscano le voci migliori,
quelle sane, quelle che diffondono con passione e dedizione
“virtute e canoscenza”
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Potrei parlare come ‘autore’ dell’Arcolaio, ma non lo farò. Lo faccio invece come lettore di poesia. Conosco L’Arcolaio da sempre, da quando Gianfranco Fabbri mi inviò 5 anni fa un messaggio per annunciarmi la nascita di questa nuova avventura. Era l’8 gennaio 2008. In cinque anni Fabbri ha pubblicato 71 titoli: i più di poesia; alcuni di prosa; un romanzo; alcuni interessantissimi saggi.
L’Arcolaio ha fatto conoscere molte voci nuove, e confermate altre note. L’Arcolaio mi ha sorpreso quando ha pubblicato il libro di poesie di Giorgio Bàrberi Squarotti, che fino ad allora per me era il grande critico e illustre professore più volte incontrato nelle immense bibliografie all’università.
Ma come tutti i piccoli editori L’Arcolaio si regge in piedi grazie a ciò che vende: un titolo venduto è un titolo che permette a un altro d’essere pubblicato. Per questo è importante ora sostenere quest’avventura che, raggiunto il suo primo lustro non può, non deve fermarsi. [Fabio Michieli]







































































10 risposte a “Editrice l’arcolaio: una realtà di poesia che chiede solo di essere sostenuta”
ok, Gianfranco.
a me il libro di Squarotti e quello della Amarelli.
ti scrivo per ordine :-)
Francesca*
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due ottimi libri.
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Fabio, solo adesso entro in FB e rimango sorpreso e commosso da quello che tu e i redattori del magnifico Poetarum Silva avete qui (e in altri luoghi) scritto. Non so come ringraziarvi!! Voi siete gli innamorati della Poesia. Il vostro discorso è in favore non solo nei confronti dell’Arcolaio ma anche nei riguardi di tutti quegli editori che, con le loro forze e nessun aiuto più o meno istituzionale, lottano per realizzare una ricognizione “del verso” del nostro tempo in Italia. Molti rimproverano all’editoria una surplus di libri prodotti. Forse è vero: personalmente ne produco 12-15 all’anno; alcuni autori sono ritornati in scuderia più di una volta. La media è quindi congrua, anche perché al di sotto di questi numeri un’azienda -seppure micro – non ce la fa ad andare avanti. Qualche vezzoso mi dice (mi ha detto): “dovresti pubblicare due o tre volumi all’anno, così da produrre un catalogo prezioso e veramente di valore-. Amici, pubblicare un numero simile di libri lo può fare un figlio di papà (carico di soldi) che per ammazzare il tempo -e naturalmente anche per passione- può permettersi una simile strategia. Io sono sinceramente orgoglioso dei miei autori, il successo di critica della mia etichetta lo dimostra. Naturalmente un libro si può sbagliare: è umano, ci sta. La realtà però è un’altra: una ricognizione sul territorio nazionale (una ricognizione anche di valore) si deve fare con almeno una decina di libri all’anno. La mappatura deve non superare il ventaglio dell’esagerazione, ma deve comunque esprimere un’idea sufficiente per entrare nel tessuto nazionale del territorio. Il problema è quindi un altro: il problema è che l’italiano -pure dotato di talento versificatorio- non ama leggere le poesie altrui. Non acquista i libri. Al di là della tremenda crisi che oggi potrebbe giustificare l’assenza del mercato. In Italia è sempre stato così. Nascondersi dietro un filo d’erba non serve: non so quanto i miei colleghi editori soffrano, in questo spaccato di tempo. Se soffrono, lo dicano. Potremmo confrontarci, lottare insieme: accordarci per creare un piccolo polo di resistenza che riesca , non dico a pontificare ma a dir la sua a i vari editori maggiori.
Tutto qui.
Non è vergogna dire che nell’editoria piccola possa annidarsi un livello di sofferenza.
Pericoloso è non parlarne.
A meno che gli altri piccoli editori, a differenza della mia piccola Arcolaio, godano una migliore salute.
Gianfranco
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nel mio piccolo, ho invitato a Vicenza, a maggio 2013, due tuoi autori: Silvia Comoglio e Roberto Uberti. ciao!
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Manca un’educazione alla poesia. Alle elementari si continua ad imparare a memoria “S.Martino” quasi come fosse un dovere sociale, molti insegnanti sono impreparati a “raccontare” (che è diverso da “spiegare”) la poesia e si accontentano della facilità di tutto ciò che è in rima o si limitano a saccheggiare antologie oramai obsolete. Ciò allontana, perchè poi la realtà editoriale è molto diversa e così le persone sono impreparate a leggere Poesia, perchè non la conoscono e non conoscono le chiavi che potrebbero aprire. Ancora nel 2013, si chiede ai ragazzini:”secondo te il poeta cosa vuole dire con questa frase?” E’ un po’ come fare ascoltare Schonberg a chi ha ascoltato solo Mozart :-) Lo vedo nei laboratori che propongo ai bambini nelle biblioteche e nelle scuole e allibisco quando le insegnanti mi chiedono per esempio chi sia Vivian Lamarque.
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ho scritto di corsa e da cane… oops
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Caro Iacopo, ti sei spiegato benissimo. Anch’io ho organizzato dei piccoli laboratori alle scuole medie: Innanzi tutto queste realtà sono, il più delle volte, organizzate dalla volontà congiunta dei genitori e degli insegnanti più lodevole. La scuola è già molto se mette l’aula.Tutto il secondo novecento (non parlo delle sc. inferiori) è sottaciuto, o quasi. Altro che la Lamarque. I professori non conoscono De Angelis, Porta, Magrelli e tutta la compagnia dei poeti nati dagli anni Trena in poi. Questo perché la scuola non ritiene quella parte di secolo e quegli autori non significativi per l’educazione dei ragazzi. Se ne deduce il fatto che la poesia dei viventi -o contemporanei stretti- sia un coro lamentevole non ancora degno di essere utilizzato come polo di interesse. Tutto il materiale di discussione sollevato dal post di Michieli deriva direttamente dalla lenta distruzione della istituzione scolastica.
Gianfranco
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un saluto grande al lavoro del bravo editore Fabbri, 71 titoli non sono pochi se penso a tutte le difficoltà della piccola editoria e a tutte quelle ombre che stazionano pronte a… , dietro al lavoro di una onesta e lungimirante casa editrice. Bene Natalia, diffondiamo!
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Grazie a tutti. Ai redattori di questo splendido blog. Auguri particolari a Fabio per l’impegno con cui ha raccolto il mio messaggio. Un grazie a Stefano (Gugl) che sempre mostra aiuti preziosi alla casa editrice. Grazie al fraterno Roberto Ceccarini, autore dei primissimi tempi e fratello di percorsi nel “sempre”. Grazie a tutti, proprio tutti!
Vs. Gianfranco
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ciao gianf e grazie a poetarum tutta
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