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Capitoli della Commedia – Martino Baldi

Pubblico qui alcuni estratti dal libro “Capitoli della commedia” di Martino Baldi, ed. Atelier 2005. Libro che ritengo attualissimo.

dalla sezione : LATTINE

TRENTADUE LATTINE

I

Ho trentadue lattine di birra gelata

– “un classico” penso – nel mio

frigorifero nuovo di nuova concezione

ecorefrigerato via telefono

da un provider del Tibet.

Sono un uomo solo

appena tornato dal supermercato

e che si appresta a un pomeriggio triste,

a uno splendido sabato da gita di campagna

davanti alla TV.

Ho trentasei possibili orari in cui vedere

l’unico film che danno oggi

con ventisette titoli diversi

sui centotre canali del satellite mondiale

– ed escludo quelli in lingua extraeuropea

(anche se amo

masturbarmi sui porno in russo

o in giapponese).

II

Oggi ho mangiato troppo

mi sento gonfio, pieno

tanto che riesco a malapena

a mettermi a sedere.

Dondolo come un doràemon

e temo di scoppiare.

Dio voglia

che una catastrofe mondiale

si abbatta sul mondo esterrefatto

dei mangioni e ci riservi

la carestia più lunga della Storia

per un digiuno senza redenzione.

III

Mi chiedo se per la vendetta

il mondo farà distinzioni

tra rei, innocenti e disinteressati.

Se sarà sufficiente aver raccolto

cartacce e bibite dal prato del pic-nic,

avere usato la bici più dell’auto

e il deodorante senza gas nocivi;

o se saranno risparmiati solo i più coerenti

avversatori di questa vergogna:

l’anarchico che mette le bombe nei Mc Donald’s,

quello che almeno è in piazza

a ogni manifestazione o l’altro

che non mangia carne né pesce

e nemmeno le uova.

IV

Se premo un poco con la mano

qui, sotto il torace, sento una fitta

di dolore. Temo che questa volta

davvero sia letale il pranzo di lavoro,

di non smaltire più gli eccessi

di lasagne, cannoli e pappardelle

sulla lepre, coniglio in salsa e

arrosto di cinghiale con carciofi,

porri e patate, sorbetto di limone,

crostata di lamponi, mousse di caffè;

e altro che scordo.

Per non parlare

dell’apertura di prosecchi,

del chianti a fiumi,

del pirotecnico finale nel segno di sublimi

memorabili acque della vita.

V

Dio sottinteso

che non ha mai chiarito

se esista cosa dietro ciò che si vede

dio dell’orzo, del luppolo e del malto tostato

non so se c’è qualcosa oltre la birra

se esiste un modo

per misurare la pressione

la temperatura, la gradazione

più adatte per la nostra vita,

la lattina giusta a cui fermarsi

dio delle torte cui non rinuncio mai

dio dei crostini e delle incalcolabili

golosità del mondo, dio

delle giornate di noia e dei piaceri turpi,

di te che non so nulla, dio di Tom Waits

di Abel Ferrara e di Nick Cave

ecco il tuo regno:

è fatta la tua nolontà?

***

.

LA RAGAZZA-GUINNESS

Quando entra Rebecca si voltano tutti.

Scuote anche me

il fulmine dei suoi fianchi,

e se si muove dietro il banco

dirigono il concerto degli sguardi

i suoi capezzoli puntuti

che fanno capolino

sotto il grembiule da ragazza-Guinness.

Non so che cosa abbia negli occhi

ma è un vuoto che fa male:

vi nuotano uomini che non sono io,

ben abbronzati, aitanti e soprattutto

d’altra fattura e d’altro membro.

Dio mio, potessi per un attimo

posare le mie labbra sulle labbra

della sua schiuma!

***

DI NOTTE SOGNO CARMEN CONSOLI

Di notte sogno Carmen Consoli.

La ascolto cantare stregato.

Ha gli occhi

di pietra lavica non raffreddata

e un’onda di sangue sulle labbra,

la sua voce è un esercito

di suonatori in marcia

nella mia steppa, il rastrello

delle mie povere emozioni da due soldi

un bicchiere colorato e scheggiato

un poeta morente che sogna un tango

un preludio di Shostakovich,

un drago.

Da qualche parte ne nascono ancora.

***

ORVAL*

 

Mi arrendo al piacere amaro

della Orval, alla fragranza nuda del male

alla tentazione adulta, al cerebrale intento

di non opporsi al peccato, di farsi penetrare

dalla pena di ovunque, distillata;

mi arrendo

alla fattura dell’ignoto trappista e mentre

ascolto la rumorosa notte del lungarno

cerco il boccale nel buio e, cieco, tasto

l’aria e gli odori, inseguo gli aromi lievitati

nella profonda cognizione del cadere.

Tentennerà per sempre il mio fatuo volere

di resisterti o non resisterti, sapere o non sapere

che per te ho parole troppo semplici

o troppo complicate?

Tu sei la più cauta ballata

di un Leonard Cohen triste, di un morente

Brassens.

.

* La Orval è una birra trappista “da meditazione”.

3 risposte a “Capitoli della Commedia – Martino Baldi”

  1. Non di rado sono alla ricerca di poesie e poeti. Non sempre sono fortunato, perchè oggi ci
    sono più poeti che parrucchieri. Oggi sono stato fortunato, ho pescato un autore che mi
    piace: originale, esauriente nella sua logica anche se un po’ il lirismo è assente. Presumendo
    che sia giovane, non può che migliorare per sua e nostra fortuna. Ribadisco: mi piace.
    Complimenti. ud

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  2. il libro è del 2005, Martino Baldi è un quarantenne che scrive sempre meglio..ma già allora scriveva poesie come si dovrebbe

    g.

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  3. sì, condivido. Baldi è bravo e gentile (come persona). In controcanto, consiglio di leggere il libro di Sannelli “scuola di poesia” dove critica una certa idea di poesia (questa) con ragioni plausibili.

    A me piacciono entrambi proprio perché ci sono vie differenti per praticare la differenza.

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