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Poesie di Christine Busta

Christine Busta nel 1957, © Bildarchiv d. ÖNB, Wien

A 23 anni dalla sua scomparsa, invito alla lettura di tre poesie di Christine Busta, nell’originale tedesco e nella mia traduzione.

Muttersprache
Nicht, was die Mutter sagt,
beruhigt und tröstet die Kinder.
Sie verstehen´s zunächst noch gar nicht.Wie sie es sagt,
der Tonfall, der Rhythmus,
die Monotonie der Liebe
in den wechselnden Lauten
öffnet die Sinne dem Sinn der Worte,
bringt uns ein in die Muttersprache. Ein Gleiches
geschieht auch
im Gedicht.
Lingua materna
Non è ciò che la madre dice
a calmare e a consolare i figli.
All’inizio loro non capiscono proprio. È come lo dice,
la cadenza, il ritmo,
la monotonia dell’amore
nei suoni che cambiano
a schiudere i sensi al senso delle parole,
a farci addentrare nella lingua materna.La stessa cosa
accade anche
nella poesia.(da Wenn du das Wappen der Lieben malst /Quando dipingi lo stemma dell’amore, Otto Müller Verlag, Salzburg 1995, 3ᵃ edizione)

 

Was ich dir zum Advent schenken möchte

Einen Orgelton wider den finsteren Morgen,
meinen Atem gegen den Eiswind des Tags,
Schneeflocken als Sternverheißung am Abend
und ein Weglicht für den verlorengeglaubten
Engel, der uns inmitten der Nacht
die Wiedergeburt der Liebe verkündet.

Ciò che vorrei donarti per l’Avvento

Un suono d’organo antidoto al mattino cupo,
il mio respiro contro il vento gelido del giorno,
fiocchi di neve come promessa di stelle la sera
e una luce per la via di chi era dato per perso,
l’angelo, che nel cuore della notte
annuncia la rinascita dell’’amore.

Schnee im Advent

Leiser wird nichts verkündigt:
so reden Liebende nachts,
die fern voneinander schlafen,
und finden am Morgen die fremde
Erde wieder als Nest
voll von himmlischem Flaum.

Neve al tempo di Avvento

Nulla è annunciato con voce più sommessa:
così  di notte parlano gli amanti
che dormono distanti l’uno dall’altra
e al mattino ritrovano la terra
straniera  come nido
pieno di piume celesti

 

Christine Busta

(traduzione di Anna Maria Curci)

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Dopo gli studi iniziati e non terminati di lingua e letteratura inglese e tedesca, Christine Busta (nome d’arte di Christine Dimt, Vienna 23/4/1915-3/12/1987), perse il marito, il musicista Maximilian Dimt sposato nel 1940, nel secondo conflitto mondiale, lavorò nell’immediato dopoguerra prima come interprete e impiegata d’albergo, poi, dal 1950, come bibliotecaria nella città natale. I temi mitologici e cristiani che caratterizzano la sua produzione poetica – produzione che le valse numerosi premi – sono trattati in maniera non convenzionale.  La storia della creazione è per Christine Busta punto di partenza  per una critica decisa e inequivocabile al mondo contemporaneo e alla sua disumanità. (Anna Maria Curci)

2 risposte a “Poesie di Christine Busta”

  1. Ma sai che “Muttersprache” è ancora più bella della poesia che hai scelto di pubblicare da te e qui?
    La terzina iniziale è di tale pregnanza..

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