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VALENTINA DE LISI – poesie

"Corda" foto di Antonio Mangia

 

Valentina De Lisi, giovanissima, ha letto le sue poesie, la settimana scorsa a Milano, al Cerizza. Ha una grande personalità, pur essendo così giovane e i suoi testi sanno essere evocativi con punte di originalità non comuni. E’ un piacere ospitarla qui. Buona lettura

@gianni montieri

 

***

Un giro nell’acqua e riemergi
nell’acqua del ventre e riemergi
dall’acqua,
sei entrato asciutto sei uscito bagnato
riemergi dall’acqua bagnato.

La mia idea, secca
s’impregna.
La mia idea prosciugata.
S’allaga.
Era gheriglio, il mio cranio,
il suo interno.
Ora gronda.
Era una sabbia secca,
da masticare.

Un giro nell’acqua e riemergi e il mio cranio si allaga
che larva, che molle
frattaglia
ho un cervello natante
una scodella di plasma.

*

Non ho mai contato niente.
Cage moltiplicava le battute, cronometrava
caffettiere.
Io non so mai che data è oggi,
mi imbarazza ricordare un compleanno.
Conosco la tabellina del singhiozzo
la numerica delle unghie tagliate.
Ma coi tuoi sbadigli, con le tue parole
ho l’esigenza del contabile,
posso dire “dieci” dopo un bacio.
C’è una tacca
Per ogni sbattere di ciglia.

Non ho mai contato niente
nella mia vita.

*

Nei ricordi i corpi
Hanno volume maggiore
Curve di rumore bianco
Nello spazio tra le braccia.

La tua assenza è orizzontale
Si calcola in hertz
Ci sono coordinate numeriche
Per il tuo petto,
Pixel tondi.

È quando ti ritrovo
Che il tuo peso si riduce
Mi si cuce addosso
La struttura di carbone
Della pelle,
L’odore dello scheletro che
Paradosso
Assomiglia più
A un’idea di te.

*

Corda

Ci sono tensioni
Che, pur sfaldate
Hanno un temperamento riconoscibile
È di queste arterie in trazione
Di questi capelli agli estremi
Che parlo, corde vocali
Al telefono, reti nelle quali
S’impigliano i suoni
Che senza arco
O martello
Ci accordano.
Ricordare, rimettere nel cuore
Un esercizio quotidiano,
Equidistante
Non senza battimento
Negli organi cavi.

*

Le corde basse a volte

Sembrano parole

Quando dormo, a volte

Succede di capire un po’ di lingue

Discorsi dentro i passaggi,

Sillabe oltre l’involucro,

La parte dura

Del seme

Le note a

Volte

Sono frumento

Eloquente

*

Ho una cicatrice sulla tua fronte
Breve e pallida, angolare
Che racconta la storia di uno spigolo
e il respiro tra un accordo e una ripresa

Mi prendo quella
Che ti conosce da più tempo
Per giocarci col dito
Per dormire serena:
La uso come scongiuro
Contro il mio corpo integro.

*

Amarti equivale
A masticare il pane
A lungo, fino
A scomporlo
In fattori primi,
Amido zucchero poltiglia.
Se mi prendi
È facile notare una riduzione
Dei pensieri all’alfabeto
Del corpo, della voce
Alla cellula uovo
Il movimento decrescente
Della massa contratta all’osso
Del creato involuto
Nel puntino nero caotico
Della tua pupilla.

*

Riflessologia emotiva

Quando col pollice mi premi
la pianta del piede al centro
sussulto e mi spieghi
che è il rene
la vescica è in basso, laterale
anche quella fa male
sotto il mignolo, cuore e arterie
che alla prima pressione
sembrano funzionare

E se disegnassi una mappa plantare
assegnando a ogni punto sensibile
una paura ascrivibile?

Sotto l’alluce c’è dormire al buio
sul tallone i figli mai nati
al centro cadere dalle scale
sul lato destro la menopausa
all’esterno non lavorare
sul callo morire

******************

Valentina De Lisi è nata a Palermo nel 1983 e vive a Torino. Pianista, ha svolto attività concertistica in Italia e negli Stati Uniti. Suoi testi sono apparsi su Specchio La Stampa, GQ Magazine, Absoluteville e Nazione Indiana.

 

22 risposte a “VALENTINA DE LISI – poesie”

  1. lettura apprezzata, soprattutto nella parte in cui la declinazione di sé svela quella “scomposizione in fattori primi, in poltiglia”…
    bello poi, sempre, ritrovare suggestioni musicali (tallone straussiano? :-))

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    • Tallone straussiano, polpaccio bachiano, ginocchio scarlattiano, tibia vivaldiana, perone mozartiano, femore wagneriano, tricipite britteniano e così via.

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  2. Cara Valentina, da una connesione di fortuna, però volevo dirlo:

    Riflessologia emotiva è – tra i testi tuoi qui presentati e gli altri che ho letto – quello veramente “addentro” (alla propria materia, al movimento generale della tua poesia, alle tensioni “io-tu” là innescate e alla continua istanza – in senso giuridico – di “mondo” all’interno di testi posti invece in un campo-spazio astratto, come staccato da quella che Edgar Morin chiamava “fascia mediana del reale” eppure in continua, anche se niente affatto plateale, ricerca di una sotterranea dialettica con esso. Qui il “tu” implicato nel primo verso, se non leggo male, sa caricarsi di una particolare scia allegorica che vi trascina, in quella pressione, in quel premere, anche il rovescio di medaglia del tuo stile e del tue sistema “pronominale”, ossia Orografia familiare). Mi pare insomma, questa, una delle vie più promettenti tra quelle che finora ho potuto scrutare.

    un caro saluto (a tutti)

    f.t.

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  3. Autrice interessante. Da queste opere presentate noto un uso originale delle metafore per creare uno stile abbastanza particolare che entra diretto nell’animo del lettore. Mi piaccioni i versi con richiami alla fisica e alla musica facendo trasparire una buona cultura di fondo. Complimenti.

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  4. davvero ricca di immagini che procedono spedite
    c’è ritmo in questa scrittura fatta di elementi non solo “del vissuto”

    complimenti Valentina

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