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Demetrio Paolin – Il mio nome è legione

IL MIO NOME E’ LEGIONE – DEMETRIO PAOLIN – TRANSEUROPA – 2009

“questo è un oggetto narrativo urgente” Giuseppe Genna

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C’è un certo gusto nello scrivere qualcosa su un libro che non ti è stato mandato dall’autore, o dalla casa editrice, o regalato. Scrivere di un libro che hai comprato tu. Visto perché una piccola libreria lo teneva in evidenza. Un libro che ti sei portato a casa senza averne mai sentito parlare e che hai letto in poche ore. Un libro che a distanza di mesi ancora ricordi perfettamente, senza bisogno di aprirlo a tale pagina, a tale capitolo.

Questo libro: “il mio nome è legione” di Demetrio Paolin. Una storia e una maniera di raccontarla che credo rappresenti qualcosa di nuovo, diverso, nel panorama della narrativa italiana. Qualcosa di necessario, come scrive Giuseppe Genna nella quarta di copertina.

Il protagonista del romanzo, Demetrio, è un giornalista. Attraverso la sua storia, in un percorso fra memorie pubbliche e private, fra persone e personaggi che ne segnano l’esistenza , viaggiamo avanti e indietro nel tempo, in un tempo che non è quello usuale, segnato dalle ore e dalle date, ma quello che unisce i fatti, e le persone che li vivono, in base a un scala folle ed estremamente reale. In virtù del loro rapporto con il male. Passando dalle spoglie di Cesare Pavese, il Cristo di Quattordio, la  veggente che comunica con Vittorio Alfieri , le apparizioni di Renato Curcio e, soprattutto, l’infanzia difficile del fratello, la morte del  padre, il rapporto sadico, impossibile con Giulia, si compone un puzzle che convince il protagonista di essere stato toccato dal male.

Il racconto è pervaso da ritmo incalzante e coinvolgente. Si precipita con Demetrio nei suoi dubbi, nei suoi drammi, con la sua, a volte, amara ironia. Ci si commuove. Raramente mi è capitato di sentirmi così dentro  a una storia. Voglia di restarci e voglia di scapparne.

Il male  ci viene addosso, il male c’è e c’è sempre stato. Demetrio lo guarda in faccia e lo mostra al lettore. Comprendiamo che il male  è nel nostro essere, e questo nuovo punto di vista ci consente (forse) di tendere al bene, di avvicinarci a un’idea di salvezza, che solo la cognizione del male giustifica. Arrivati in fondo sappiamo, con quel minimo di lucidità che rimane dopo lo stravolgimento, che Demetrio forse ci somiglia. Ci sentiamo un po’ meno soli, portandoci nel sonno il sapore, stavolta dolce, che lascia un libro come si deve.

@ recensione di gianni montieri

3 risposte a “Demetrio Paolin – Il mio nome è legione”