“Mi chiedono di parlare della mia poesia? Per quanto ne so io la poesia è sempre un atto anarchico, c’è sempre un margine di ribellione in chi compone versi. Perché il verso è qualcosa che sconquassa il linguaggio e lo costringe ad arrivare al limite della sua funzione. Bisogna sfasciarlo dunque questo linguaggio, per farlo poi brillare di nuova vita. Dal comunicare si passa al supercomunicare.”
Riccardo Raimondo Parto da questa dichiarazione di poetica con cui lo stesso Raimondo esprime l’ansia propulsiva alla scrittura, in sintesi, la Rilkiana “necessità” o “impellenza” d’esprimere il proprio pensiero oltre le soglie del comune linguaggio, per introdurvi la voce di questo giovane artista della parola. Non è una trovata, o una ricerca d’originalità, a spingermi ad appellare Riccardo Raimondo come “artista della parola” anziché “poeta”, bensì un voler allargare gli orizzonti della scrittura oltre le rigide etichette, che concentrerebbero subito l’attenzione del lettore sulla successione formale del percorso espressivo nella sua progressione in versi.
Quello che, invece, mi preme qui sottolineare in Riccardo (ma che riscontro in molti giovani autori contemporanei, tanto da far pensare allo svilupparsi di un “involontario e naturale” movimento, o trend) è la palese esigenza espressionista di assimilare per poi sfasciare, smontare e riplasmare la tradizione a proprio fine, uso e consumo. Dar vita al nuovo, oggi, appare cosa davvero difficile dacché la sperimentazione pura e fine a se stessa, ha decretato di per sé in partenza il suo “vuoto” fallimento. Dunque, che fare? Come trovare la propria strada, la propria voce? Semplicemente rispondendo a quella che la Szymborska definì “la gioia di scrivere”, facendo della Rilkiana necessità non solo esigenza di pungolo, ma piacere nel “comunicare”, raccontare, o semplicemente “dire”. Ed ecco che giungiamo all’ “artista della parola” nell’era della “comunicazione globale”: un poeta che pittura, un fotografo che scrive, un performer che si ritaglia e rincolla in un collage di parole, sensi, gusti, realtà quotidiane, pulsioni terrete e slanci metafisici che, fondendo e riplasmando generi in un amalgama di stili, ne metabolizzi gli intenti espressivi in una regia di oralità, scrittura, e musicale gestualità, con la chiara intenzione di fare del fruitore della propria opera non un semplice e passivo lettore, bensì compartecipe spettatore di una prospettiva artistica ad ampio raggio, che ne stimoli le soglie percettive dall’udito, alla vista fin dentro l’intimo e personale nucleo pensante. Presento dunque qui, la prima silloge ed alcuni inediti di questo giovane autore che mi ripropongo di seguire nel suo – spero lungo e prolifico – percorso di maturazione. (nc) * Riccardo Raimondo nasce nel 1987 a Siracusa. Attualmente studia Lettere Moderne a Catania. Collabora con alcune riviste, tra le quali: “Tribe Art” (tribeart.it), free press della arti visive in Sicilia, e “Tribenet” (tribenet.it), il suo corrispettivo portale telematico di respiro più europeo. Realizza diversi progetti d’arte visiva con la fotografa Jessica Hauf (atelierhauf.com). Ha scritto testi per alcune canzoni tra cui Tre sul rouge con Adriana Spuria (myspace.com/adrianaspuria). *
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da “Lo Sfasciacarrozze”, di Riccardo Raimondo A&B, Bonanno Editore, ISBN-13: 978-88-7728-220-0
La condensa è panna
Ho difficoltà a perdonarmi gli sbagli, le follie. Ci ripenso e mi sento ridicolo. Questo mi provoca una grande tristezza, spesso e volentieri un’angoscia, perché non so come reagire né, tanto meno, come recuperare. Odio i miei errori. Odio questa paura di sbagliare. Un’angoscia già prima dell’inizio. Striscio e lascio una scia di rugiada, umido di sogni. Trascinandomi i rimpianti, il buio d’ogni turbamento, scemano sui giorni i sentimenti, sciamano i ricordi. Scevro d’ogni sazia sorta di sentire tendo al cielo, tento il tempo, seguo l’oltre. Oltre l’avvenire. E ogni appiglio alla scalata giova, piove spesso e com’è sciocco badare di bagnarsi, annaspo a volte, stolto, sommerso dai miei angusti attimi di smarrimento. Grandina anche, anche forte. Allo stesso modo nevica, tuona, arde, risuona da lontano, soffiando inoltre porta frammenti d’altre vite lontane, odori, umidità. La condensa è panna, il respiro è affanno. * Danza lenta
Lieve! Com’è dolce quel sospiro mai appassito sbocciato come un fiore… petali, lenzuola intrise del colore che hai donato al mio sorriso. Tradito! Ogni rimpianto che ho solcato come duna ritrovo nella scarpe in briciole di sabbia… ricordano ai miei venti la fortuna dei perdenti. Sfinito! Perseguendo il mio ideale come traccia tradisco i firmamenti che hanno inciso i miei dolori incastonati nella pietra della mappa. L’isoscheletro dei miei innamoramenti rafforzato trattiene le paure e i pentimenti nel passato, li annega nella fonte che irrigava i vecchi campi riflette nella storia la sua rabbia, i turbamenti. I tentacoli per la circospezione dei miei sogni, amputati d’ogni tatto e sensazione, sono adesso rattrappiti e distinguono a fatica ogni sostanza, e rimane solamente la distanza. Incolmabile distanza … una danza languida incapace danza. che danzante a stento segue un ritmo lento. * L’intuizione degli angeli
Costernato impaurito, temo perdermi nel vuoto, paure diffidenti mi han sottratto prepotenti a l m a g n i f i c o a m o r e p e r i s o g n i solo quando non li temo solo quando sono solo i l m a g n i f i c o a m o r e p e r i s o g n i accompagna l’incalzare del mio mare nell’ impeto di sempre Lecco il solco frigido del mio piacere, osservando il mio poetare b a g n a r e il foglio candido di grazia e in un sospiro fragile il cuore s’innamora un’altra volta p u r s e m p r e a s t e n t o ! Ti prego ingannami ancora un altro giorno un’altra ora ancora almeno un altro briciolo di cuore risveglia, Orfeo, donami ancora una volta quel denso miele di verità sognate, le rigonfianti vele dell’illusione, g r a n d i , le intense notti in cui parevano i miei occhi luccicare in cielo, in cui tardavano i rimpianti stendere su loro il velo che offusca l’intuizione degli angeli. * Free Jazz Ma l’ombre e fosca sabbia Così l’amico inciampa, Ma il pensiero amico è forte * Poesia tratta da “Lo Sfasciacarrozze” di Riccardo Raimondo, postfazione di Cettina Rizzo A&B 2009 * Il grido dell’aquila * Poesia tratta da “Lo Sfasciacarrozze” di Riccardo Raimondo, postfazione di Cettina Rizzo A&B 2009 * Puro Sangue Il Piacere si rivolge al Potere “Perché non punti un fucile alle mie tempie * Bella gente Squali amniotici, …beccheggianti sui terrazzi dei Navigli, “E tu? Non sei ancora pronto per la scalata sociale?!” E il sonno si avvicina e ammanta lento ma stasera è un po’ diverso, stasera sono stanco, * Lo sfascia carrozze E quell’uomo che si erge sulle macerie del consumo, Ed intanto si progetta di scavare altri crateri… * Poesia tratta da “Lo Sfasciacarrozze” di Riccardo Raimondo, postfazione di Cettina Rizzo A&B 2009 * Vuotoboria Lussuose luci losche lussureggiano la notte, Chi il potere lo rispetta, lo coltiva, lo ricerca, Mastica armamenti, monta le armature, La Metropoli di sangue, grattacieli di Babele Tritura le foreste e annega negli oceani Nasconde le fattezze del suo essere mondezza. Lui è un amico, un vero amico, i castelli son di sabbia, * 5 INEDITI: Le Stelle Quando il sole cala ** Poesia inedita * Patisserie ** Poesia inedita * Caffetteria ** Poesia inedita * San Lorenzo Va colando sul senso Le cose intorno s’adagiano, * Amsterdam Animi torti Dove finisce la dolcezza ** Poesia inedita LO SFASCIACARROZZE | un nuovo itinerario verso un’ecologia del verso Presentazione della raccolta di versi Lo Sfasciacarrozze di Riccardo Raimondo, A&B 2009 otto tappe | italia [qui la locandina e i maggiori partners] 30 aprile ROMA | Centro Sperimentale di Fotografia (Via Biagio Pallai 12), ore 19.00 | introduce Vincenzo Galluzzo e Bianca Casale | Verranno proiettate le opere del progetto d’arte visiva Deframmentazioni (fotografie di Jessica Hauf, versi di Riccardo Raimondo) 2 maggio AREZZO | Libreria Edison (Piazza Risorgimento, 31), ore 18.00 | introduce Margherita Daraio 3 maggio FIRENZE | Libreria Voltapagina (Via Dante Alighieri, 10), ore 18.30 4 maggio PAVIA | Caffè dell’Università (Corso Strada Nuova, 65) ore 18.00 5 maggio PAVIA |Sottovento (Via Siro Comi, 8), ore 19.00 7 maggio MILANO | I Classici del Caffè (Via Vincenzo Foppa, 4), ore 18.00 15 maggio PALERMO | Parco letterario Tomasi di Lampedusa, (Vicolo della Neve all’Alloro, 2/5), ore 19.00 | introduce Cettina Rizzo |Performance musicale a cura di Ludovico Pipitò 22 maggio MESSINA | Università di Messina (Via Tommaso Cannizzaro, Aula Cannizzaro), ore 18.00 | introduce Vittoria Arena e Cettina Rizzo |Perfomance musicale a cura di Ludovico Pipitò |Presentazione a cura dell’Ass. Culturale Kafka |
8 risposte a “Riccardo Raimondo: Lo Sfasciacarrozze e 5 inediti (post di natàlia castaldi)”
ammazza che tour :)
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:D qui da me viene… quindi non me lo perderò!
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Ops… mi ero ripromesso di scrivere qualcosa sulla sua raccolta, ma tra le mille cose, il tempo che ha scarseggiato e l’alzheimer incombente…
Raimondo, se passi di qui spero accetterai le mie scuse :)
Alla fine c’è chi ha fatto meglio di quanto avrei potuto fare io :)
P.S.: quando ho letto le poesie di Raimondo (si, perché le ho pure lette!) ho pensato: il futurismo è arrivato. Il futurismo siamo noi. Non è vintage, non è passato. Questo futurismo che scompone è il nostro tempo.
Luigi
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Un giovanissimo eclettico. Come la sua scrittura, libera, o meglio, liberata, come piace a me…
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grazie mille all’attentissima natàlia e a tutti voi
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Grazie a te, Riccardo.
A vele piene!
ci vediamo presto.
n.
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[…] e La dimora del tempo sospeso per Mazziotta. Segnalati da G. Montieri e N. Castaldi in più Riccardo Raimondo e Nadia Tamanini.] […]
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[…] e La dimora del tempo sospeso per Mazziotta. Segnalati da G. Montieri e N. Castaldi in più Riccardo Raimondo e Nadia Tamanini.] Dalla raccolta inedita Paura degli occhi * Come avere paura […]
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