«Una strana amicizia, i libri hanno una strana amicizia l’uno per l’altro. Se li chiudiamo nella mente di una persona bene educata (un critico è soltanto questo), lì al chiuso, al caldo, serrati, provano un’allegria, una felicità come noi, esseri umani, non abbiamo mai conosciuto. Scoprono di assomigliarsi l’un l’altro. E ognuno di loro lancia frecce, bagliori di gioia verso gli altri libri che sembrano (e sono e non sono) simili. Così la mente che li raccoglie è gremita di lampi, di analogie, di rapporti, di corti circuiti, che finiscono per traboccare. La buona critica letteraria non è altro che questo: la scoperta della gioia dei libri che si assomigliano».
Mario Praz

L’ospedale è elastico,
a prova d’immaginazione,
supporta insanie,
applica suture,
satura i colori, il tempo.
da Krankenhaus di Luigi Carotenuto
Malattia. Giorni non contati. Nuvole alle finestre.
Ti sveglio come ogni mattina dopo aver messo su il the. «Ancora 5 minuti». «Dai ma’ dobbiamo andare in ospedale». Ti metti la coperta sulla testa «Non ci voglio andare». «Neanche io ma bisogna farlo». «Uffa ancora 5 minuti». «Ne sono passati già 15 ma’». Apro gli scuri, pulisco il tuo bagno e metto a lavare le tue camicie da notte. L’odore a pipì mi fa girare la testa. Mi chiami per aiutarti ad alzarti. «Eccomi qui». «Fai piano». Poi ti attacchi al mio collo mi dai baci e resti appesa a me come una nuvola al cielo. Un cielo precario ma presente in ogni stagione. «Accompagnami in bagno». «Si ma’». Cambiamo il pannolino e poi ti fermi davanti allo specchio e mi passi la spazzola. Ti pettino un gesto nuovo. «Il the?». «Sul tavolo ma’». Poi ti vesto lentamente e si va. Dove andiamo mi chiedo ma seguo la macchina nel suo andare e va bene così.
Inedito di Antonio Nazzaro
SVEGLIARSI IN OSPEDALE
Svegliarsi in ospedale la mattina presto,
incontro a un giorno vano, e sentire
conficcati nella carne del tuo cuore, mentre rodono,
giù, più a fondo,
i denti della disperazione:
Tra spirali di momenti insinuare
con mano fiacca il filo guasto della vita,
ancora e ancora.
Che cosa può saperne il sano di quest’ora amara?
In ospedale si offusca il giorno
e presto domina la notte,
poi verranno, calando silenziose,
la grande conciliazione, la pace.
I passi del medico risuoneranno in corridoio
e con dolcezza una mano consolatrice
sfiorerà la tua.
Che cosa può saperne il sano di quest’ora buona?
da Poesie di Rachel Bluwstein (a cura di Sara Ferrari)