«Una strana amicizia, i libri hanno una strana amicizia l’uno per l’altro. Se li chiudiamo nella mente di una persona bene educata (un critico è soltanto questo), lì al chiuso, al caldo, serrati, provano un’allegria, una felicità come noi, esseri umani, non abbiamo mai conosciuto. Scoprono di assomigliarsi l’un l’altro. E ognuno di loro lancia frecce, bagliori di gioia verso gli altri libri che sembrano (e sono e non sono) simili. Così la mente che li raccoglie è gremita di lampi, di analogie, di rapporti, di corti circuiti, che finiscono per traboccare. La buona critica letteraria non è altro che questo: la scoperta della gioia dei libri che si assomigliano». Mario Praz

SONETTO SUL SONETTO
Per un bel canto occorre il tempo giusto,
trovare un luogo sacro alieno al mondo
e per i sogni una perfetta gabbia
dove chiuder le angosce come uccelli;
dolce miele gustare e amaro fiele,
con la forma combattere fin quando
sulla pagina conquistata scenda
l’ombra di una Bellezza appena nata.
Questo è il sonetto: tutta la delizia
d’ogni fiore a ogni nuova primavera,
la grazia d’una abbandonata landa,
la gioia d’ogni notte nuvolosa
quando, spaccando dal suo alone grigio,
una luna perfetta vince il vuoto.
SONNET ON THE SONNET
To see the moment holds a madrigal,
To find some cloistered place, some hermitage
For free devices, some deliberate cage
Wherein to keep wild thoughts like birds in thrall;
To eat sweet honey and to taste black gall,
To fight with form, to wrestle and to rage,
Tilla t the last upon the conquered page
The shadows of created Beauty fall.
This is the sonnet, this is all delight
Of every flower that blows in every Spring.
And all desire of every desert place;
This is the joy that fills a cludy night
When, bursting from her misty flollowing,
A perfect moon wins to an empty space.
da L’amore che non osa. Poesie per Oscar Wilde di Alfred Douglas
(trad. di Silvio Raffo)
DOLCI RIME
A Luisa Giusti, amica minuscola,
con un cartoccio di cioccolato
Sola bellezza al mondo
che l’anima non sazia,
fiore infantile, biondo
miracolo di grazia;
grazia di capinera
che canta e tutto ignora,
grazia che attende ancora
la terza primavera!
Tu credi ch’io commerci
(poi che poeto un poco)
In chi sa quali merci
buone alla gola o al gioco!
– Dammi una poesia! –
Così, come un confetto,
mi chiedi…E t’hanno detto
che sia?…Non sai che sia!
Che sia, come va fatto
il dono che vorresti,
ti spiegherò con questi
dischi di cioccolatto.
Due volte quattro metti
undici dischi in fila
(già dolce si profila
sonetto dei sonetti)
Due volte tre componi
undici dischi alfine
(compiute in versi « buoni »
quartine ecco e terzine)
Color vari di rime
(tu ridi e n’hai ben onde)
poni: terze e seconde
concordi, ultime e prime.
Molto noioso? O quanto
noioso più se fatto
di sillabe soltanto
e non di cioccolatto!
Di qui potrai vedere
la mia tristezza immensa:
piccola amica, pensa
che questo è il mio mestiere!
da Poesie di Guido Gozzano
AL SONETTO
Breve e amplissimo carme, o lievemente
Co ’l pensier volto a mondi altri migliori
L’Alighier ti profili o te co’ fiori
Colga il Petrarca lungo un rio corrente;
Te pur vestia de gli epici splendori
Prigion Torquato, e in aspre note e lente
Ti scolpia quella man che sí potente
Pugnò co’ marmi a trarne vita fuori:
A l’Eschil poi, che su l’Avon rinacque,
Tu, peregrin con l’arte a strania arena,
Fosti d’arcan dolori arcan richiamo;
L’anglo e ’l lusiade Maro in te si piacque:
Ma Bavio che i gran versi urlando sfrena,
Bavio t’odia, o sonetto; ond’io piú t’amo.
da Rime nuove di Giosuè Carducci