Il racconto che proponiamo oggi è uno scritto inedito di Mauro Germani. Si intitola ‘Lo scrittore’.
Dietro un’opera c’è sempre un mondo, chi legge lo sa, può intuirlo se è bravo. Ma chi scrive? Chi scrive fa i conti con i fantasmi del proprio ego, con le ombre del passato, con le tentazioni del giudizio, con i capricci dell’estro, con i morti addirittura.
E forse è proprio così, proprio come in questo ipotetico discorso : non esiste la letteratura, o meglio, quella che voi pensate…

LO SCRITTORE
Permettetemi di riprendere fiato, di bere un sorso d’acqua. Non è facile, sapete, in questa occasione. Ringrazio chi ha voluto premiare ciò che scrivo con un riconoscimento così prestigioso che mai avrei pensato di ottenere. Sono molto contento, naturalmente, ma… l’emozione, questa sera, è tanta… Penso a quante volte ho dovuto rispondere alla domanda circa il segreto del mio successo! E quante volte ho dovuto mettere insieme quattro parole per soddisfare la curiosità di tutti voi: come le vengono certe idee?, oppure: crede nell’ispirazione?, o ancora: quanto c’è di autobiografico nelle sue storie? Domande legittime per voi, ma per me…
Se voi sapeste! I miei libri vi farebbero inorridire… Ma che cosa avete creduto finora? Non avete la minima idea di ciò che accade in realtà!
Ah, la letteratura! Il bel gioco! Le anime belle e maledette! E quel loro modo di parlare, di atteggiarsi come se fossero al di sopra di tutto! E le disquisizioni degli intellettuali, quelle analisi dei testi, quelle ricerche filologiche, quei raffronti critici tra autori… E invece… Io dichiaro ora, pubblicamente, che non ho scritto mai niente, capite? Mai niente! Vedo tra voi qualche sorrisetto, qualche stupido sorrisetto di chi pensa che sia la mia ultima trovata per stupirvi! No, voglio solo confessarvi che io non esisto come scrittore, e probabilmente non esistono nemmeno tutti gli altri… Non esiste la letteratura! O meglio, quella che voi pensate. E sapete perché? Perché dietro ogni scrittore c’è un morto… Sì, un morto che gli detta le parole… Io non ho mai scritto una riga, non ho la minima capacità o fantasia. I morti, loro scrivono ed esistono
davvero, e comunicano con noi tramite la letteratura, questa è la verità che nessuno osa dire! Sì, credetemi… Io l’ho visto, l’ho visto il mio scrittore, il mio fantasma, di cui non so nemmeno il nome! M’è apparso in sogno, mi ha rivelato tutto, mi ha detto ciò che dovevo scrivere. E quando mi siedo al tavolo sento la sua voce, la sua voce che s’impossessa di me…
Non potevo più tacere, ecco. Dovevo dirvi la verità, anche se… anche se per me è finita, lo so. Ho tradito il patto. Ho parlato.
Di Mauro Germani
3 risposte a “‘Dietro ogni scrittore c’è un morto’: un racconto di Mauro Germani”
Ne diede notizia Blanchot, in tempi arcani e – per questo – facilmente dimenticabili.
Unicuique suum.
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Non ho avuto la pretesa di essere originale, ma semplicemente proporre – in modo un po’ paradossale e forse abbastanza “leggero” – una riflessione sul mistero della scrittura. Chi scrive, in un certo senso, è un posseduto e ciò non è comunque una novità. Del rapporto tra la scrittura e la morte, poi, si sono occupati diversi autori, tra cui ad esempio Jabès e Bataillle. E rispetto alla dimensione misteriosa della scrittura, Blanchot (che conosco abbastanza bene) affermò la necessità di assumersi “la preoccupazione profondamente inquietante che esistono libri, lettori e scrittori”: in fondo tutto il suo pensiero nasce da questo.
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Carissimo,
sei “fantasticamente realista” ed eccezionale: miri direttamente all’ontologia dell’essere.
Un abbraccio.
Giovanni
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