Tornano su queste pagine i suggestivi versi di Davide Gallo.
Un percorso poetico ricco di sfumature, che dà il braccio alle poesie apparse qui https://poetarumsilva.com/2022/02/03/davide-gallo-ci-vuole-una-strega-che-sappia-parlarti/ .
Un flusso.

IV
– Sa, per queste cose ci vuole tempo – è il fiato
che ho trovato sulla tua mensola, così sarà per un giorno
ed un anno da qui. Le ossequiose pigne nell’aria di Giugno
dalla finestra sviluppano il tempo l’attesa
diventa un’idea di se stessa.
Ho scoperto che c’è una morale anche nel lutto sventato
qui si accumula il male, il buio è una forma lieve
condotta in spirali nel tronco di una famiglia.
E ora i giorni sono una cosa dura, piano rialzato
da cui non vedi la strada percorsa, e ora vince
chi non dichiara di aver addentato tanta speranza
da non averne avuta davvero. Darsi uno spazio
che è il verso di marmo che fanno le scale
sfinisce la paura e la fretta, così nelle ore
– o preferisci morire? – ce ne vuole
a morire di ore come queste, non riesci neanche
a tenere il respiro, sussulta la vita per pena
e imbarazzo – si dice che spetti ai più giusti – si dice
che ai sereni si lascia il presagio e la colpa
di non essersi avvolti attorno al dolore.
V
La trasparenza minima del male
non conosce alcuna esitazione
sta nella colonna della piuma
e piega la sua linea con il vento.
Non la piuma, ma il vento
mi assomiglia, adesso che nelle sottili
dita, distanti da ogni forma
si ripete un’ignoranza, il respiro
trascurato dalla fretta.
Ogni frattura guarda se stessa:
come un mutamento si attardano
queste mie rive, e tutte queste
cose che a me non parlano
sono la figura che non cerca
e vive oltre se stessa, compagna
dall’altra parte dell’inciampo
rancore della propria appartenenza.