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A mare Firenze

Ho letto con piacere questo libro del giornalista e scrittore Simone Innocenti anche perché si inserisce perfettamente in un percorso analitico che avevo iniziato a definire in relazione al rapporto tra la città di Firenze e le acque non solo nel “difendere” il senso dei gommoni su Palazzo Strozzi del discusso Ai Weiwei, ma soprattutto in continuità con il bel lavoro di Simona Baldanzi. Se nel caso del cammino di Simona, una volta arrivata a Firenze prosegue lungo il suo Arno fino alle foci nei pressi di Pisa (città che almeno da qui, sembra aver perso il suo rapporto con le acque), in questo caso l’altrettanto bel lavoro di Simone Innocenti esplora Firenze alla ricerca di quelle tracce dimenticate o rimosse di una città che con le acque, salate o meno, ha sempre convissuto. Confesso subito che provo spesso un po’ di prurito quando “sniffo” aria di campanilismo, ma in questo caso, pur essendo palese e finemente esibita la fiorentinità dell’autore, è assolutamente vero che la sua presenza nel narrare ci conduce dentro una Firenze che può anche “deludere” perché “elude” il suo rapporto con il “museale”, con il cielo dei terrazzi e la sporgenza terrosa dei bugnati, per calarsi nella città reale, quella delle storie piccole, quotidiane, attraverso lo scorrere acqueo dei marciapiedi, dei muri, delle finestre. Diciamo pure che per questa navigazione Innocenti si presenta come il migliore dei timonieri arrivando a proporre un lavoro assolutamente preciso e accurato. L’impressione che salta subito agli occhi è che in questo lavoro, a differenza dello scritto “politico” e militante della Baldanzi, la ricerca di Innocenti (che ricordiamolo è innanzitutto un giornalista) sia più tesa al rimettere assieme tutti quei frammenti che si sono dispersi nella crescita di una città che ricorda se stessa solo per cartoline e mai per esperienza vissuta. Firenze Mare è il lavoro di un “cittadino” che ricostruisce attraverso una memoria culturale e popolare una nuova interpretazione per una città complessa come Firenze.
Torniamo però al principio, perché ho veramente letto con piacere questo testo che riesce a presentarsi non come l’ennesima nuova Guida ai misteri di Firenze, ma cerca stimoli, tracce, indizi della suggestiva ipotesi dell’essenza marina di Firenze, non solo tra strade, canti e ponti ma anche nella tradizione culturale di una città che è stata veramente “attraversata” per secoli, e il libro in questo senso si presenta come un mappa letteraria in cui ogni angolo sembra essere stato tracciato, narrato, descritto da chi inconsciamente sperava di trovare il mare dietro ogni piega di strada. Ecco questo libro può essere una lezione per noi profani, viaggiatori, immigrati, viaggiatori, turisti a cui Firenze ancora resta come una città di pietra, le cui strade sembrano intagliate e scavate. Ecco, ci dobbiamo arrendere a questa nuova sana liquida percezione che non è solo un modo di mostrare “affetto” al luogo in cui il narratore è cresciuto, ma anche una lettura che dovrebbe fare aprire occhi e orecchie a chi “usa” una città solo sulla base della certezza di un cammino saldo su pietre e senza il coraggio invece di provare ad attraversarla bagnandosene.

Simone Innocenti, Firenze mare,  Giulio Perrone editore 2017

© Iacopo Ninni


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